Foto Josh Hallett - CC BY 2.0
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“Io lottavo per il pane, non per il filetto. Ho segnato 240 gol ovunque e a chiunque, sono stato capocannoniere ma tutto è stato sottovalutato rispetto ai miei ideali politici, che pure porterò nella tomba. Non è giusto. Quando mostrai il Che, avevo vent’anni. Ora ne ho 45 e sono quasi nonno”. Sono queste le parole di Cristiano Lucarelli, ex bandiera del Livorno oggi allenatore della Ternana capolista incontrastata del girone C della Serie C (sedici vittorie e quattro pareggi nelle prime giornate).
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Lucarelli ha parlato a lungo all’interno di un’intervista rilasciata a Repubblica: “È una pseudo sinistra nell’Italia dei politici mestieranti e degli arrivisti, non vedo più il senso dello Stato, da otto anni non voto – ha risposto a chi gli ha fatto notare la mancanza di una vera e propria sinistra -. È assurdo che molti tra gli ideali portanti della Costituzione non siedano neppure in Parlamento, è paradossale. Chi ci rappresenta?”.
Lucarelli ha poi parlato del suo passato, in fattispecie dei trascorsi da giovane nel quartiere Shanghai di Livorno: “Il più difficile della città insieme a Corea. Nomi asiatici, perché le case popolari avevano appartamenti molto piccoli, quattro per ogni pianerottolo. Ma chi è uscito da lì, chi si è sollevato dal niente, non ha più avuto paura della vita”. E ancora: “Con mio fratello Alessandro e i miei genitori Maurizio e Franca aspettavamo la partita come una liberazione, la vivevamo tutti insieme allo stadio. Era bellissimo. Papà è stato camionista, poi camallo al porto. Dopo Shangjai abbiamo abitato in via Garibaldi, vicino al mercato ortofrutticolo”.
Infine si torna alle ideologie politiche. Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, non crede esattamente nelle stesse idee di Cristiano: “Il primo giorno ci abbiamo scherzato. Lui mi ha detto di essere liberale e di odiare le etichette, su questo siamo d’accordo. Mi ha scelto perchè gli piaceva come facevo giocare il Catania. Mi ha detto che da calciatore ero l’idolo di suo fratello”.
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