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“L’ambasciata ci ha dato ampie rassicurazioni e confidiamo in un aiuto. I miei figli mi chiedevano di tornare, ma non hanno vissuto lo spogliatoio e non possono capire, non posso lasciare i ragazzi. Se tornassi indietro, rifarei la scelta di restare”. Lo ha detto a Sportitalia l’allenatore dello Shakhtar Donetsk, Roberto De Zerbi che è bloccato in un hotel di Kiev, nel giorno dell’attacco militare della Russia nel territorio ucraino. “Anche il club sta lavorando per aiutarci – fa sapere il tecnico – Ma partire in macchina è impensabile, cinque milioni di ucraini stanno fuggendo in macchina verso la Polonia. Siamo anche preoccupati per i 13 ucraini dello Shakhtar, che dovranno restare qua e non potranno andarsene”.
Il tecnico italiano ha aggiunto: “Mi piacerebbe andare a casa, ma solo quando potranno farlo anche il resto dei giocatori. Questo è il nostro ultimo auspicio. Rifarei la scelta di restare, ma mi farei sentire più forte con le istituzioni del calcio in Ucraina. C’erano segnali netti dal resto del mondo, anche in Donbass, che non lasciavano spazio ad ipotesi diverse dal conflitto”.
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