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Vigilia di Coppa Italia per Roberto De Zerbi e il suo Sassuolo che domani affronterà, alle ore 15.00, il Perugia. Il tecnico neroverde ha parlato in conferenza stampa, presentando la sfida contro gli umbri: “Darò un po’ di spazio a chi non ha giocato a Torino, per obbligo e necessità. In avanti e dietro siamo all’osso e non mi sembra opportuno mettere a rischio situazioni borderline come Romagna che ha un ginocchio così così, Marlon non è ancora uscito completamente a livello fisico dall’anno scorso, Boga e Caputo hanno qualche acciacco, Magnanelli lo tengo come un diamante, è un generoso e va oltre ma non si sa gestire e dobbiamo gestirlo noi ma ci saranno Duncan, Obiang, Bourabia, Peluso, uno tra Traoré e Djuricic, Muldur e Tripaldelli, perché la partita vogliamo vincerla anche perché la sfida col Cagliari si prepara domani. Defrel e Chiriches torneranno a gennaio, Ferrari e Rogerio vengono in panchina”. Non svela nulla sulla possibilità di giocare del giovane Piccinini che potrebbe essere il primo 2002 nella storia del Sassuolo a esordire ma dice: “Stravedo per lui, è con noi da un mese e mezzo, sa giocare, ha personalità“. Prosegue svelando anche che il grande protagonista dello Stadium Turati non verrà confermato e tra i pali ci sarà Russo, mentre non è intenzionato a rischiare Berardi che ha ripreso a lavorare con la squadra da ieri.
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De Zerbi parla anche dell’importante pareggio strappato a Torino contro la Juventus e sull’impegno con il Perugia. L’allenatore degli emiliani tiene tantissimo alla Coppa Italia e non vuole sottovalutare gli umbri: “Io penso che si debba stabilire qual è il confine tra l’essere troppo ambizioso e l’essere presuntuoso: uno può pensare di andare a giocarsela con tutti, non dimenticandosi chi è. Noi abbiamo 14 punti, siamo nelle sabbie mobili perché Lecce e Bologna hanno vinto a Firenze e Napoli, il punto con la Juve, pur bellissimo, non ci sposta. Se noi oggi dovessimo pensare di essere più bravi rispetto a quanto lo eravamo prima, vuol dire non capire niente, non essere ambiziosi. Se invece vogliamo andare oltre, mantenendo lo spirito visto in allenamento queste settimane, il pepe addosso per fare punti in uno stadio così contro un avversario così, allora siamo cresciuti. Se sottovalutiamo il Perugia mi arrabbio e sarebbe una mancanza di tutto l’ambiente. Se facciamo una partita buona e siamo tutti bravissimi, se facciamo una buona partita e il risultato va male, siamo vicini al suicidio. Dobbiamo diventare grandi, ci sono giocatori che diventeranno grandi e prima diventano lineari nel pensiero e prima diventano da grande squadra, altrimenti rimaniamo mezzi giocatori, mezzi allenatori, mezzi dirigenti”.
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