Per la seconda volta nella sua storia la Fiorentina giocherà due finali nella stessa stagione. Le è già capitato nel 1960-61, quando la società viola vinse la sua seconda Coppa Italia e la prima e unica Coppa delle Coppe. Stavolta la Fiorentina di Vincenzo Italiano è attesa dalla finale di Coppa Italia contro l’Inter all’Olimpico (stasera, ore 21) e dall’ultimo atto di Conference League contro il West Ham (7 giugno). Finali conquistate in un calendario fitto di impegni, che impreziosiscono un campionato complicato. C’è voglia ora di regalare una gioia ai tifosi e di bissare un’impresa che all’epoca rappresentò un record per il calcio italiano. Nel 1961 la Fiorentina si impose in finale europea sul Rangers, mentre in Coppa Italia riuscì a battere la Lazio nell’ultimo atto dopo aver eliminato Juventus e Roma (con un rocambolesco 6-4 ai quarti di finale). La formazione viola in quel caso chiuse trionfalmente una stagione che in campionato, come quella attuale, fu tutt’altro che fortunata. La squadra concluse al settimo posto e cambiò due allenatori. Quello che riuscì ad alzare i trofei fu Nándor Hidegkuti (in coppia con Giuseppe Chiappella), che vinse il primo trofeo Uefa per un’italiana e realizzò il primo double del calcio nostrano.
Un capitolo indelebile di storia, che ora Vincenzo Italiano vuole eguagliare. L’undicesima finale di Coppa Italia della storia della Fiorentina si presenta in un momento storico in cui un trofeo nel palmares viola manca ormai da 22 anni. L’allenatore ex Spezia vuole aprire un ciclo e il periodo a cavallo tra maggio e giugno offre l’opportunità di dare lo slancio al progetto. Italiano ha chiesto ai suoi “gli occhi di Basilea”, quelli che hanno permesso alla Fiorentina di regalarsi una finale europea. Ma contro l’Inter finalista di Champions serviranno soprattutto qualità e concentrazione. La coppia centrale a protezione di Terracciano sarà composta da Milenkovic e Ranieri, affiancati da Dodò e Biraghi. In mediana, spazio ad Amrabat e Castrovilli, mentre Ikonè, Bonaventura e Gonzalez agiranno a supporto di Cabral. Le gerarchie non cambiano, è l’ex Basilea il titolare, con buona pace di Jovic destinato alla panchina.