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Un’altra serata da dimenticare per gli arbitri italiani. A San Siro va in scena Milan-Atalanta, match valevole per i quarti di finale della Coppa Italia, dirige l’arbitro Marco Di Bello con Paolo Valeri al Var. Ed entrambi combinano un disastro. Una caporetto su tutti i fronti. Già nel primo tempo il primo grande episodio: sponda di De Ketelaere di testa, De Roon viene spinto nettamente da Reijnders e frana su Gabbia provocando un pericolosissimo testa contro testa. Per l’arbitro non c’è niente, il Var non richiama il direttore di gara e Gasperini si infuria venendo espulso per proteste e rivolgendo anche espressioni non oxfordiane nei confronti di Di Bello. Il rigore è solare e manca anche il cartellino giallo a Reijnders.
Nella ripresa, al minuto 58′, Di Bello fischia calcio di rigore all’Atalanta: Miranchuk, sulla destra, punta Jimenez che colpisce prima la palla e poi c’è l’inevitabile incrocio tra le due gambe. Il rigore non c’è, la palla non è più nella disponibilità del giocatore atalantino e soprattutto Jimenez interviene nettamente prima sulla palla. Anche qui Valeri non interviene e lascia la decisione del campo: un errore dietro l’altro.
Le polemiche però non finiscono qui: nel finale, all’ultima palla disponibile, il Milan chiede a gran voce un calcio di rigore per fallo di mano di Holm. Il giocatore dell’Atalanta è girato, il braccio ha un movimento che sembra congruo anche se non è per nulla aderente al corpo. Una situazione al limite. In questo caso ci sarebbero state proteste sia con revisione Var che senza revisione Var. I due episodi precedenti invece sono errori macroscopici ed ingiustificabili.
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