Sempre ai supplementari, ma il finale è diverso. Per la terza volta di fila, tra il Milan e il Torino in Coppa Italia e agli ottavi non c’è altra strada che soffrire di più. La stanchezza in questo periodo intenso della stagione è già tanta, ma entrambe ci tengono ad andare avanti: i rossoneri per il loro status, i granata perché dal campionato non arriverà che una stagione di metà classifica visto il girone d’andata e dunque si prova a sognare altrove.
L’esito, però, stavolta cambia: avanza il Torino, e la delusione è enorme in casa Milan. Perché alla fine Pioli mette dentro i big che avrebbe volentieri fatto riposare in vista della delicata trasferta di Lecce che anticipa il volo in Arabia per la Supercoppa con l’Inter, perché San Siro, un po’ infastidito di non vedere il “vero” Milan, non fa mai mancare il proprio sostegno, perché dopo il pareggio deludente con la Roma non era ammessa un’altra delusione. Del resto, il pubblico non era più abituato a certi fallimenti. E invece, il tecnico finisce un po’ sulla graticola, perché manca il gioco, manca la brillantezza, ed è imperdonabile non vincere contro una squadra in dieci prima per venti minuti, poi per altri trenta. E che soprattutto, per ogni cambio di qualità dei rossoneri metteva dentro giovani e carneadi assoluti.
Si apre una mini crisi per il Diavolo, che fatica tanto a proporre gioco e davanti sembra avere un po’ le polveri bagnate. Difficile dire se il problema sia a livello mentale, o più probabilmente fisico, ma al rientro dalle lunghissime vacanze questa squadra si è un po’ smarrita. Sono solo tre partite, è presto per dare giudizi definitivi, ma il trend sembra chiaro: nemmeno Pioli e intoccabile e ora deve capire come e dove intervenire. Ed è inutile rispolverare De Ketelaere per schierarlo in un ruolo di punta centrale in cui è un pesce fuor d’acqua e soprattutto anche in caso di exploit non avrebbe trovato spazi da titolare vista la presenza di Giroud (a proposito, Chi l’ha visto?, del resto è mercoledì).
E’ mancato il coraggio di schierarlo da trequartista contro una squadra di aggressione a uomo, sono mancate le idee e nel finale non ci si è nemmeno riusciti ad accontentare dei rigori. Difficile capire dove l’ha sbagliata il Milan, forse troppo turnover all’inizio, forse la sensazione che in dieci il Torino si sarebbe arreso presto. Invece, è mancata la giocata giusta e nel finale i rossoneri l’hanno pagata a caro prezzo. Nonostante un’infinità di occasioni rispetto agli avversari, probabilmente nessun tifoso rivendicherà un altro risultato. Oggi è il momento dell’autocritica, i fronti sono rimasti tre: Maldini, sicuro che a gennaio non serva intervenire?
E l’altra faccia della medaglia è il solito Toro: Adopo firma il gol più importante della carriera, la squadra dimostra di esserci fisicamente anche se in campionato mancano da un po’ i risultati. E poi, si conferma una squadra bestia nera di questo Milan, perché già in campionato era arrivato il koMa alla fine la vittoria è meritata, perché il cuore Toro si è visto e Juric è riuscito a riportarlo: la stagione è ormai chiara in Serie A, si arriverà nella terra di mezzo, perché non sognare in grande in coppa?