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L’unica cosa su cui probabilmente sono d’accordo è che un calendario congestionato non è certo un toccasana per il benessere dei calciatori. Tanti impegni, tanti problemi fisici. E ironia della sorte stasera la Lazio di Maurizio Sarri e la Roma di Josè Mourinho scenderanno in campo con l’infermeria piena e una formazione da ridisegnare in occasione del quarto di finale secco di Coppa Italia. Le ultime stracittadine della competizione hanno sorriso ai biancocelesti, capaci di imporsi nella finale del 2013 e poi nel doppio confronto in semifinale nel 2017. Più in generale è la Lazio ad aver vissuto meglio il nervoso confronto Sarri-Mourinho. Gli ultimi tre derby hanno visto realizzare in totale solo due reti, entrambe da parte dei biancocelesti (che hanno vinto tre delle cinque stracittadine disputate sotto la guida dell’ex Napoli e Chelsea).
La Roma, infatti, non va a segno da tre gare contro i rivali di sempre e potrebbe arrivare a quattro sfide ufficiali di fila senza segnare per la prima volta dal periodo 1995-1996, tra le gestioni di Carlo Mazzone e Carlos Bianchi. Se il passato lo si giudica con i precedenti, il presente invece lo si racconta dall’infermeria. Sono tanti infatti i protagonisti assenti. Ciro Immobile su tutti in casa biancoceleste, ma Sarri deve anche valutare lo stato di forma di alcuni protagonisti: Luis Alberto (recuperato e in gruppo ad inizio settimana), Isaksen e Zaccagni (malconci ad Udine e fuori in rifinitura), oltre a Provedel (influenzato ma giocherà ).
Ancor più complicata la situazione a Trigoria. Josè Mourinho deve fare a meno di Chris Smalling (fastidio tendineo), Abraham (lungo recupero), Renato Sanches (trauma distorsivo alla caviglia), Aouar e Ndicka (Coppa d’Africa). Persino Rui Patricio non è sembrato essere al meglio e lascerà il posto a Svilar. In più, Lorenzo Pellegrini ha un problema alla schiena, mentre Diego Llorente ha accusato un fastidio agli adduttori (escluse lesioni) contro l’Atalanta e difficilmente partirà dal 1′, nonostante la rifinitura svolta con i compagni. Si scalda quindi Dean Huijsen, che ha ben figurato contro i bergamaschi nel secondo tempo, rendendosi pericoloso anche sugli sviluppi di un calcio di punizione. Quello dei piazzati è uno dei temi caldi, visto che quattro degli ultimi otto gol segnati nel derby della Capitale sono arrivati da palla inattiva.
La Lazio lo sa bene, ma il ritorno di Romagnoli nei quattro di difesa è una garanzia di sicurezza in più. In ogni caso, Patric nel derby di andata si è messo in mostra contro Lukaku e punta a fare un altro figurone contro il belga e Dybala. Quest’ultimo ha segnato 11 gol contro la Lazio in tutte le competizioni, ma in giallorosso non ha ancora mai brillato in una stracittadina. Mourinho deciderà se e come gestirlo. D’altronde è gara secca e il pericolo dei supplementari e rigori è sempre dietro l’angolo, anche se un derby capitolino non si decide dal dischetto addirittura dal 1962, quando fu la Roma a vincere agli ottavi di finale. All’epoca il regolamento consentiva ad un unico giocatore di calciare tutti i penalty: Manfredini fu infallibile, Longoni ne sbagliò due. Altro calcio, ma stessa rivalità .
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