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Ah, la Coppa Italia. All’inizio un inutile fardello, poi come d’incanto si entra nel vivo e le quarte linee lasciano spazio ai titolari, fino ad arrivare in finale e ad appendere a 90′ i destini forse di un’intera stagione. Mai come quest’anno la coppa nazionale può spostare i giudizi, appagare i tifosi e le dirigenze, costringere a riflessioni in estate. Tutto in una partita all’Olimpico, dove Juventus e Inter si sfidano per la quarta volta in stagione (un pareggio e due vittorie nerazzurre – una in Supercoppa Italiana, primo titolo assegnato, ma con prestazioni sempre in crescendo dei bianconeri) e per la terza volta in un atto conclusivo di questa competizione. Una contro l’altra per rinvigorire il capitolo dei derby d’Italia, ma soprattutto per riempire il proprio palmares in un’annata che rischia altrimenti di farsi scottante.
La Juventus, da un certo punto di vista, dorme sonni tranquilli. Probabilmente non era tra le favorite per il campionato, anche se alla Vecchia Signora si richiede sempre e comunque di vincerlo, e dunque il quarto posto, obiettivo minimo, e una Supercoppa tutto sommato persa soltanto al 120′, possono far sì che vincendo la Coppa Italia questa stagione possa essere considerata almeno da 6+, programmando così il futuro per tornare a essere protagonista. Allegri lo ha detto, prima era la ciliegina sulla torta di un’annata, quest’anno è diventata la torta stessa. Ma anche se il finale non sarà dolce, pochi drammi: la stagione non verrà salvata, ma si riparte comunque dal lavoro in crescendo visto negli ultimi mesi.
L’Inter, invece, deve ancora capire se si tratterà di un’annata trionfale o di un clamoroso passo indietro. Non giriamoci attorno, fin qui in bacheca c’è la Supercoppa, e quella è sempre ben accetta, ma il campionato rischia di essere buttato a favore dei cugini del Milan, e neanche la vittoria di una Coppa Italia cancellerebbe la delusione profonda e l’amarezza. Se non dovesse nemmeno essere vinta questa sfida coi rivali di sempre, poi, la situazione si farebbe ancora più difficile. Non c’è la sfera di cristallo: bisogna vincere a tutti i costi la coppa nazionale e poi sperare di agguantare in extremis un campionato che scivola sempre più dalle mani. Qualsiasi tifoso nerazzurro baratterebbe la Serie A per la Coppa Italia, ma il calendario dice un’altra cosa: vincere e mettere da parte un altro trofeo, poi quando il campionato presenterà il suo conto sarà festa grossissima (in piedi l’ipotesi di triplete nazionale) o delusione in parte mitigata.
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