Novanta minuti non bastano tra due squadre simili, forti e moderne, oltre che di valori decisamente sovrapponibili, centoventi nemmeno, e allora servono ancora i rigori alla Fiorentina che ci prende gusto, visto che dopo essere passata dalla lotteria dei penalty contro il Parma agli ottavi, si ripetono ed eliminano un Bologna sfortunato e forse più in palla dei viola. Italiano entra nella storia: per il terzo anno consecutivo la squadra toscana arriva almeno in semifinale di Coppa Italia, e questa volta non ci sarà l’Inter a mettere i bastoni tra le ruote, ma prima una tra Milan e Atalanta, poi in caso di passaggio del turno sarà in ogni caso un match durissimo.
La Fiorentina continua a faticare lì davanti, e in 120′ non si è visto alcun gol: la sconfitta per 1-0 col Sassuolo era l’ennesimo campanello d’allarme, anche perché nelle tre precedenti sfide, a fronte di tre vittorie, erano arrivati appena tre gol. Beltran si sbatte ma non trova mai la porta, Nzola si muove male e sembra sempre un corpo avulso, mentre dall’altra parte Thiago Motta si gode il solito Zirzkee e sbatte contro i pali, visto che sono ben tre i legni presi dai felsinei prima dell’errore di Posch, quello più pesante, dal dischetto. Poteva andare in qualsiasi modo, alla fine vince la Fiorentina e il sogno di alzare un trofeo, per coronare un bel triennio di Italiano, è ancora vivo, ma ci sarà tempo perché bisognerà aspettare fino ad aprile.
Il primo tempo è intenso e c’era da aspettarselo tra due squadre che giocano un calcio moderno, aggressivo, propositivo, e che finiscono per annullarsi ma senza speculare. La sorpresa è di Italiano che schiera la difesa a tre per fronteggiare al meglio la velocità e la tecnica di Orsolini, Zirkzee e Saelemaekers. Davanti, invece, per i viola è un calvario: fuori Brekalo perché sta per cambiare squadra, out per infortunio anche Nico Gonzalez e Sottil, mentre Kouamé è in Coppa d’Africa, quindi l’unica scelta ricade sul ruolo di centravanti, con Beltran preferito a Nzola e Ikone a supportarlo. E’ disastrosa e tragicomica la prestazione di quest’ultimo, sostituito dopo i fischi copiosi del Franchi, con Nzola che forma il tandem pesante solo per una manciata di minuti, visto che l’attaccante argentino si apre una ferita e il sangue non smette di uscire, costringendolo al cambio. In tutto questo, ritmi a mille ma poche occasioni, di quelle grosse ne troviamo tre: a inizio ripresa il palo col tiro a giro splendido di Orsolini dopo la traversa di Zirkzee nel primo tempo, mentre proprio nel recupero all’ultima palla a disposizione, tutto solo Martinez Quarta potrebbe trafiggere Skorupski ma il suo colpo di testa ha poca forza. Si va allora ai supplementari, e francamente è giusto così oltre che parecchio scontato. Trenta minuti non scalfiscono lo stallo e l’enorme equilibrio tra le due formazioni, anche se Zirzkee prende un palo e Kayode riesce a colpire di testa da mezzo metro mandando la palla in fallo laterale, la conseguenza inevitabile è nei rigori. Segnano tutti, chi bene chi meno, tranne il povero Posch, che manda altissimo ed esalta ancora una volta Christensen che nelle serie dei rigori, vedasi Parma, fa sbagliare gli avversari. E allora è la Fiorentina a sorridere e a sognare il colpaccio in Coppa, ma il Bologna esce a testa altissima e lavorerà per regalarsi un grande sogno in campionato.