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DALL’INVIATO A FIRENZE
Altro che un sos per i soliti fantasmi, stavolta siamo all’emergenza vera. Totale, disperata e incontrovertibile. Il naufragio dalla Coppa Italia, sotto la pioggia di Firenze e i sette colpi della Fiorentina, è il perfetto compendio, in formato extralarge, dell’amorfa Roma attuale: una squadra mai nata, che ogni tanto può anche dare l’illusione di aver trovato una sua fisionomia, ma sempre sull’orlo di una crisi di panico e d’identità . Come puntualmente capita al primo soffio di vento contrario, che sia una formazione iniziale contenente un paio (se non più) interpreti decotti, un approccio ai limiti del vacanziero, una sbadataggine difensiva propria, un semplice errore, una situazione sfavorevole o una prodezza altrui. Tutte magagne che la mareggiata viola, dopo i campanelli d’allarme suonati ( a vuoto) anche nelle ultime settimane, ha scoperchiato una volta per tutte.
 Fuori dalla Coppa Italia, con l’onta di un (altro) umiliante 7-1 sul groppone, è di nuovo (sacrosanto) tempo di processi e contestazioni. Il verdetto, a quattro giorni dal quasi spareggio con il Milan per il quarto posto e a meno di 24 ore dal gong di chiusura del mercato, non può che essere di colpevolezza per tutti gli imputati: società , squadra e allenatore. Forse pagherà Di Francesco, perfetto pianista su cui sparare le pallottole di un esonero scampato a dicembre, o forse no; forse si prenderà tutte le responsabilità , anche per alcune scelte del mercato estivo, il ds Monchi; sicuramente il disgusto del presidente Pallotta, probabilmente mai scomparso del tutto, è salito al livello massimo della sua gestione. Nove mesi dopo l’apice dell’impresa con il Barcellona e della semifinale con il Liverpool, il 7-1 della Fiorentina è sicuramente il punto più basso della storia recente romanista. «Sembra Manchester», lo sfottò della curva viola. Magari. Quello almeno era un quarto di finale di Champions contro loUnited di Cristiano Ronaldo, Rooney e Ferguson, questo un quarto di Coppa Italia contro la Fiorentina di Federico Chiesa, Muriel e Pioli. Decisamente molto peggio.