L’Inter ci ha preso gusto e non si ferma più. L’esame di maturità è superato a pieni voti. E oltre al sogno della Coppa europea più importante si aggiunge anche l’obiettivo della Coppa Italia da vivere tutto d’un fiato in un ultima notte romana, la seconda in due anni.
Il pugile dell’angolo blu vince l’incontro dei pesi massimi e stacca il pass per la finalissima del 24 maggio. Un colpo da biliardo di Federico Dimarco manda KO al primo round una Juve troppo arrendevole. È la prima volta che i nerazzurri vincono una semifinale di Coppa Italia contro i bianconeri. Nei 5 precedenti tra le due squadre era stata sempre la Juve a spuntarla.
Onana passa una delle serate più tranquille degli ultimi mesi, il trio difensivo che ormai suona come una filastrocca Darmian-Acerbi-Bastoni non sbaglia nulla. Il centrocampo gestisce la palla e fa correre i banconeri a vuoto. Gli attaccanti lottano, creano occasioni, si abbassano a difendere quando serve. Guardando l’Inter di questa semifinale si ha la sensazione che tutti gli interpreti suonino la stessa sinfonia, armoniosa e vincente e che tutti abbiano lo stesso peso specifico all’interno della squadra. Finalmente, verrebbe da dire. Meglio tardi che mai. L’Inter rimane in totale controllo per tutta la gara e non dà mai l’impressione di poter sbandare. Il passaggio del turno è il giusto premio di un lavoro certosino fatto nelle ultime settimane di Simone Inzaghi nella testa dei propri giocatori. Lavoro, sudore e umiltà, le tre parole d’ordine di una realtà che sogna in grande e che a maggio, tra Milano e Roma, si giocherà la felicità eterna, con una terza città sullo sfondo che ancora quasi sembra un miraggio che non abbiamo il coraggio di nominare.