
Nicolò Barella e Theo Hernandez - Foto Fabrizio Carabelli / IPA Sport / IPA
La stracittadina di Milano numero 244, la 29esima in Coppa Italia, definirà la prima finalista della competizione nazionale. Inter e Milan scenderanno in campo alle 21:00 di mercoledì 23 aprile dopo l’1-1 dell’andata. Il morale è sotto i tacchi, visto che entrambe le squadre sono reduci da una sconfitta di misura nell’ultimo turno di campionato: la squadra di Simone Inzaghi ha perso contro il Bologna 1-0 e con lo stesso risultato i ragazzi di Sergio Conceicao sono caduti in casa contro l’Atalanta. Sono otto i precedenti tra le due rivali nella fase ad eliminazione diretta di Coppa Italia prima della finale ed entrambe hanno superato il turno in quattro occasioni (la più recente a favore dei nerazzurri nel 2021/22, in semifinale). Per l’Inter è l’obiettivo meno importante del sogno Triplete, mentre per il Milan l’ultimo derby stagionale dà l’idea di essere l’ancora di salvezza in una stagione sotto le aspettative.
Le scelte di formazione
Si parte da due certezze: Alessandro Bastoni ed Henrikh Mkhitaryan, squalificati in campionato contro la Roma (domenica, ore 15) e sicuri di essere in campo nell’impegno di Coppa Italia. Il difensore è il giocatore dell’Inter più presente in stagione (ben 47 le apparizioni in tutte le competizioni) e il giocatore di movimento nerazzurro con più minuti in campo (3364 esclusi recuperi). Con un gol e cinque assist ha preso parte a sei reti, lo stesso numero dell’armeno. Due soli i cambi di Inzaghi rispetto all’undici visto a Bologna: Martinez (già in campo all’andata) agirà in porta al posto di Sommer, mentre Dimarco prenderà il posto di Carlos Augusto. La difesa sarà completata da Pavard e Acerbi, mentre sulla fascia destra toccherà a Darmian. Il lavoro sulle corsie laterali è una delle possibili chiavi del match, visto che l’Inter ha realizzato ben quindici reti sugli sviluppi di un cross in campionato. Barella e Calhanoglu sono confermati a centrocampo, mentre in attacco spazio alla coppia argentina composta da Lautaro e Correa.
Sul fronte opposto l’attacco rossonero è affidato all’uomo derby di questa stagione. Tammy Abraham ha deciso la semifinale di andata e la finale di Supercoppa. Il suo destino si gioca in queste settimane e il bomber di proprietà della Roma vuole guadagnarsi il riscatto. Ancora panchina per Gimenez, che per ora appare dietro anche a Jovic nelle gerarchie. Il tridente d’attacco sarà completato da Leao e Pulisic. Sulle fasce spazio a Jimenez (favorito su Walker, recuperato) e Theo Hernandez. Nessun dubbio a centrocampo con Reijnders e Fofana chiamati a presidiare il reparto. Confermata la difesa a tre composta da Tomori, Gabbia e Pavlovic a protezione di Maignan.
Dal derby parte l’analisi sul futuro
La vittoria per 2-1 nel derby di un anno fa esatto che regalò l’aritmetica dello Scudetto rimane l’ultimo acuto dell’Inter in una stracittadina. Il Milan ha vinto l’incrocio in campionato a settembre con Paulo Fonseca in panchina. Poi Sergio Conceicao ha trionfato in finale di Supercoppa in Arabia Saudita. Due 1-1 – il primo in campionato e il secondo nella semifinale di andata di Coppa Italia – hanno allungato la striscia d’astinenza dei nerazzurri. Il Milan un trofeo l’ha già vinto, mentre l’Inter è in corsa su quattro competizioni ma rischia di rimanere a bocca asciutta. Il derby è un esame di maturità, ma offre anche l’assist per ritrovare il sorriso prima del tour de force finale tra Serie A e Champions. Se Inzaghi dovesse chiudere la stagione con ‘zero titoli’, la sua panchina rischierebbe di diventare meno salda. Il futuro parte dal derby e il discorso vale anche e soprattutto per Conceicao, che ha già sottolineato di gradire poco le continue voci su eventuali sostituti in rossonero. L’Europa è distante sei punti, nove se si considera il piazzamento Champions. Per la conferma serve una svolta in campionato, ma potrebbe bastare la festa a Roma il 14 maggio in finale di Coppa Italia. Poche volte nella storia un allenatore è stato allontanato dopo la vittoria di due trofei in una stagione. L’occasione è ghiotta e Conceicao lo sa bene: la vittoria di un altro derby può valere il rinnovo.