Piatek ha le polveri bagnate, Immobile stecca e dimentica a casa la sorpresa promessa a Donnarumma: la conseguenza naturale è che tra Lazio e Milan finisce con uno 0-0 interlocutorio che non decide nulla circa la qualificazione per l’agognata finale di Coppa Italia. Biancocelesti e rossoneri rinviano tutto a fine aprile, e si apre un dibattito: quanto è corretto che le semifinali della coppa nazionale si giochino a distanza di due mesi l’una dall’altra? Un pareggio che comunque, in base alla prospettiva dal quale lo si vede, può tornare utile a entrambe, seppur per motivi diversi.
PROSPETTIVA LAZIO – Al ritorno il Milan è costretto a vincere per passare il turno, mentre in caso di pareggio soltanto con lo 0-0 si andrebbe ai supplementari e con qualsiasi altro risultato sarebbero proprio i biancocelesti a prevalere. La difesa ha retto bene, Acerbi ha annullato Piatek come nessuno prima d’ora, si è evitato così di subire un gol dolorosissimo in casa come accaduto contro il Siviglia. D’altro canto, però, la genesi della partita ha mostrato di fatto una sola squadra scesa in campo per vincere, quella di Inzaghi, e il pareggio è anche indicatore di qualcosa che non è andato bene, soprattutto nei sedici metri finali, quelli presidiati da un Immobile ancora troppo evanescente. E qui entra in gioco anche il punto di vista degli ospiti.
PROSPETTIVA MILAN – Per come si stava sviluppando il match, questo 0-0 è grasso che cola. L’infortunio di Kessie in avvio che ha sparigliato le carte in mezzo al campo, unito alla prestazione sotto l’insufficienza da parte di un Suso ancora in versione “squalifica da scontare” e alla prima partita negativa di Piatek (Acerbi ha vita facile col polacco stasera), ha prodotto un match di gran sofferenza per i rossoneri di Gattuso, che non riesce a trovare coi suoi cambi la sferzata giusta. Non aver perso quando forse ai punti sarebbe stato più corretto – ma il calcio non è il pugilato – tiene tutto in vita per il ritorno al Meazza, dove si prevede il pienone per spingere il Diavolo verso una finale che sarebbe anche la ghiotta occasione di tornare ad alzare al cielo un trofeo.