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“Sin dal lontano 2003 in cui abbiamo giocato la finale di Champions a Manchester ho capito che col Milan non si parte mai favoriti”. Lo ha dichiarato il capitano della Juventus Gianluigi Buffon nella conferenza stampa della vigilia della finale di Tim Cup contro il Milan, allo stadio Olimpico. “Da quando sono alla Juve abbiamo affrontano i rossoneri in quattro finali: due volte hanno vinto loro ai rigori, una noi ai supplementari, e un’altra sempre noi ai rigori – ha aggiunto il portiere bianconero – Questo significa che col Milan le partite difficilmente finiscono al 90’ perché regna un grande equilibrio: immagino che domani sarà la stessa cosa”.
“Se sarò con l’Italia tra due settimane? Non è un pensiero ricorrente, adesso non ci sto pensando. Vedremo” ha proseguito il capitano bianconero alla domanda sulla sua presenza in Nazionale: “Sicuramente non ricordo con tanto piacere le grandissime polemiche per il disturbo che avrei dato alla Nazionale a marzo. Io sono uno che ha impostato la propria vita sul grande orgoglio e sulla dignità, probabilmente questo modo di essere mi ha fatto fare anche tanti errori ma ci ho sempre messo la faccia e sono sempre andato via a testa alta con tutti”.
Buffon ha poi ripercorso la sua annata, a partire dalla mancata qualificazione ai Mondiali: “La mia è stata un’annata emotivamente complicata, è innegabile. È cominciata troppo presto per poter poi avere la forza di gestire con razionalità tutto quello che via via accadeva – ha sottolineato – È cominciata a novembre con una delusione che avrebbe ammazzato chiunque e anche recentemente, dopo qualche problemino con la Juve, mi svegliavo, mi guardavo allo specchio e pensavo: o sei la persona più forte al mondo o la più infima e schifosa. Essere ancora in piedi con questa forza dopo tutto quello che è accaduto non è da tutti, ma non ho ancora trovato la risposta: devo capire se sono più forte o più infimo”.