
Coppa Italia - Foto Tiziano Ballabio / IPA Sport / IPA
Sarà Bologna-Milan la finale di Coppa Italia, in programma il 14 maggio allo stadio Olimpico. La squadra rossoblù torna a disputare l’ultimo atto della competizione nazionale a 51 anni di distanza dall’ultima volta, quando trionfò ai rigori contro il Palermo. Stavolta l’avversaria sarà il Milan, che va a caccia del sesto trionfo della sua storia, a 22 anni dall’ultimo successo. Si giocherà a Roma, in campo neutro. E il regolamento del torneo disciplina anche le modalità di ripartizione degli incassi da stadio della finale. Nel documento si legge che “l’incasso lordo da biglietteria della Finale della Competizione, al netto dell’aggio della concessionaria del servizio di biglietteria e dedotti gli oneri fiscali e le spese di affitto del campo e di organizzazione forfettariamente liquidate nel 10% dell’incasso netto è suddiviso come segue: 45% a ciascuna delle due società in gara; 10% all’Organizzatrice della Competizione”.
Disciplina diversa per gli altri turni della competizione
La Lega Serie A, organizzatrice della competizione, prevede una ripartizione equilibrata anche nei primi turni del torneo. “L’incasso lordo da biglietteria (esclusi gli abbonamenti che comprendano anche gare di altre competizioni) delle gare della Competizione, ad eccezione delle Semifinali e della Finale, dedotti gli oneri fiscali e le spese di affitto del campo e di organizzazione forfettariamente liquidate nel 10% dell’incasso netto, è suddiviso al 50% fra le due società in gara”. Di conseguenza, anche la società ospite incassa una somma dal botteghino. Il problema non si pone ovviamente nel caso delle semifinali, l’unico turno di Coppa Italia disputato con il doppio confronto andata e ritorno. L’incasso lordo da biglietteria di ciascuna delle due semifinali è infatti di pertinenza della società casalinga.