Atalanta e Juventus non potrebbero arrivarci con stato d’animo, convinzioni e momento di forma maggiormente agli antipodi. Eppure, la finale di Roma della Coppa Italia potrebbe verosimilmente azzerare tutto, perché in partite secche come queste conta anche la storia, l’abitudine e persino la forza della disperazione. Da una parte c’è la Dea, che di finale ne giocherà anche un’altra, persino più importante, a fine mese contro il Bayer Leverkusen, che però al momento è dieci spanne più avanti rispetto ai bianconeri. E allora, cogli l’attimo è il mantra dei bergamaschi, che hanno mai come stavolta la grandissima chance di prendersi il primo titolo nella gestione di Gasperini: non serve un trofeo per valutare la bontà del suo operato con i nerazzurri, ma a questo punto sarebbe anche l’ora di sbloccarsi. Un popolo intero sogna, perché i primi sessanta minuti visti contro la Roma sono ancora negli occhi, specie se si pensa ai novanta minuti della Juventus che non è riuscita a battere la Salernitana. Eppure, proprio dalla mezzora finale l’Atalanta deve trarre l’insegnamento maggiore, perché in una finale non chiuderla si paga per davvero, specie contro una squadra che ha un dna vincente e che è affamata perché da tre anni, proprio da quella finale vinta contro la stessa Atalanta nel 2021, non rimpolpa la propria immensa bacheca.
Se Gasperini è l’uomo più amato di Bergamo, Allegri è di sicuro ai minimi storici per quanto riguarda il suo rapporto con l’ambiente bianconero. I 15 punti in 15 partite di campionato hanno comunque fruttato la qualificazione alla Champions League, ma dalle parti della Mole non basta. Ovviamente. E il tecnico livornese è vicinissimo all’addio, anche se ha ancora un anno di contratto: salutare con un trofeo potrebbe invertire nuovamente la tendenza del gradimento nei suoi confronti, chiuderebbe un cerchio perché eviterebbe un suo ritorno in bianconero da horror dopo quelle cinque fantastiche stagioni, e potrebbe perché no spingere la società, a sorpresa, a puntare ancora su di lui. L’Atalanta ha ancora una finale in caso di sconfitta all’Olimpico e in ogni caso è vicinissima alla Champions, dunque ha qualcosa di meno da perdere rispetto alla Juve che nel 2024, di fatto, ha trovato le serate migliori proprio in Coppa Italia: Salernitana, Frosinone, di certo non rivali esaltanti con tanti gol segnati, poi la migliore partita dell’ultimo periodo, l’andata contro la Lazio, mentre al ritorno, proprio a Roma come stasera, è arrivato un ko però ininfluente. Insomma, momenti opposti, storia opposta, un precedente recente da vendicare, un triennio da rendere quantomeno sufficiente: ci sono gli ingredienti per una partita davvero imperdibile.