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La Juventus va all’inferno per novanta minuti, prima con le terzine di Dante sugli spalti, poi assediata per novanta minuti da una Fiorentina che attacca, crea, ma alla fine ha solo una vera grande occasione, poi con la fortuna che spesso accompagna le grandi squadre, sfrutta il clamoroso autogol all’ultimo secondo di Venuti per vincere una partita fondamentale in uno dei tre tornei in cui la squadra è pienamente in corsa. Allegri se la ride a fine partita, supera uno scoglio importantissimo e lo fa di fatto senza Vlahovic, ben marcato da Igor, fischiato e insultato (anche oltre il buon gusto) dai tifosi toscani, con poche chance da sfruttare e di fatto comparsa di questa partita. Tante le assenze, a queste si aggiunge quella del serbo, che non appare innervosito dall’ambiente che lo circonda, pur senza però rendersi mai pericoloso.
La forza di un gruppo, e la convinzione data dal cambio di marcia, fa sì che con un po’ di sacrificio in più questa Juve, che gioca molto male e fatica tanto a costruire, sia tornata quantomeno vincente: un po’ come le ultime della precedente gestione allegriana, capace di sfruttare l’unica palla buona nel momento propizio. Ed è una vittoria che vale tantissimo: al ritorno basterà anche il pareggio, e in quella fase della stagione, fra oltre un mese, con tutta probabilità anche i discorsi in chiave campionato saranno pressoché decisi, e la Champions avrà già detto se i bianconeri saranno ai quarti e contro chi dovranno giocare. E’ una fase chiave, e la squadra prova ad arrivarci nel migliore dei modi. Vittorie come queste, ne siamo certi, aiutano.
L’altra faccia della medaglia è una Fiorentina perfetta incompiuta: come col Sassuolo, come con l’Empoli qualche mese fa, subisce il gol all’ultima palla giocabile e deve fare mea culpa per non averla sbloccata prima. Un castigo eccessivo, perché se c’era una squadra che avrebbe meritato la vittoria era proprio quella viola, che però deve fare allora un salto di qualità a livello mentale. Italiano ha portato il gioco, i risultati pure, ma a questo punto non resta che diventare una “big” anche a livello psicologico. Autoconvincersene, almeno.
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