Déjà-vu Cile, l’Argentina non spezza la maledizione. L’Albiceleste perde la terza finale in tre anni, la seconda consecutiva ai rigori contro la Roja: 4-2 il risultato della finale di Copa America Centenario, decisa agli 11 metri dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari.
Eppure, gli ingredienti per rompere un tabù che dura da 23 anni nella competizione continentale c’erano tutti. Soprattutto nel primo tempo, quando Higuain si divora il gol dell’1-0 a tu per tu con Bravo dopo l’errore di Medel e l’espulsione al 28′ di Marcelo Diaz per doppia ammonizione, costretto alle cattive per fermare Messi. Ma passano appena 15 minuti e la parità numerica viene ristabilita dal rosso diretto a Rojo, forse troppo severo e in qualche modo a “compensare” il cartellino estratto poco prima contro il Cile.
Nella ripresa i detentori del titolo giocano con maggiore intensità dominando al centro del campo grazie alla grinta di un inesauribile Vidal senza però trovare la via della rete. E nei supplementari è Bravo a scongiurare la beffa con un miracolo su Aguero (che aveva rilevato Higuain a metà del secondo tempo). Si va dunque alla lotteria dei rigori e il trend non cambia: l’inerzia pare essere dalla parte dell’Argentina dopo la parata di Romero su Vidal, poi il colpo di scena. Leo Messi si presenta sul dischetto per portare in vantaggio i suoi ma la sua esecuzione decolla, e con essa anche le speranze della Seleccion. Castillo, Mascherano, Aranguiz, Aguero, Beausejour perfetti, poi l’errore di Biglia che spalanca le porte dello storico bis al Cile, grazie al rigore trasformato da Silva. Per l’Argentina è notte fonda, anche per l’annuncio shock del suo capitano:
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