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C’è una Fiorentina prima e una Fiorentina dopo la sosta di ottobre. Fino ad allora, con negli occhi la splendida vittoria di Napoli, si parlava di viola da Champions, di squadra matura e ormai lanciata verso grandi palcoscenici, poi qualcosa si è inceppato, e di brutto: il ko nel derby con l’Empoli, che col senno di poi fa malissimo, visto all’epoca come un semplice incidente di percorso, lo sfortunato 1-0 su rigore al 95′ in casa della Lazio, anche quella una sconfitta episodica, per arrivare alla storia recentissima con il gol di Miretti e l’assalto al pullman della Juventus però infruttuoso. Nessun gol, nessun punto, sfortuna sì, ma non basta. Tre sconfitte di fila in campionato che hanno ridimensionato i viola, e che dimostrano come no, il lavoro per diventare grande non sia ancora finito, anzi.
E forse, a non far scattare i giusti campanelli d’allarme in questo autunno un po’ infruttuoso, era stato quel roboante 6-0 di due settimane fa contro il Cukaricki, carneade formazione serba decisamente lontana dal livello dei gigliati. Ora, la trasferta di stasera diventa una partita molto delicata per la Fiorentina, visto che senz’altro i padroni di casa ci metteranno qualcosa in più rispetto all’andata, e l’ambiente sarà ostile. Ma mai come in questo caso – e lo impone anche una classifica molto corta dopo i primi due pareggi nel girone – serve vincere, non importa con quanti gol di scarto, con quanto possesso palla e quant’altro, del resto gli scivoloni in campionato hanno dimostrato chiaramente come la prestazione non manca di farla la squadra di Italiano. E’ mancato altro, cattiveria, precisione, qualche uomo chiave perso qua e là , disattenzioni imperdonabili.
Col Cukaricki, però, è chiaro, vedremo del turnover e questo è inevitabile. Non ci sarà Beltran e allora le chiavi dell’attacco vanno a Nzola, con lui Sottil e dall’altra parte Ikone, mentre Nico Gonzalez è risparmiato per il campionato al pari di Brekalo. Quanta abbondanza nel reparto offensivo, se solo però tutti fossero in buona forma. Rialzare la testa, mettere un altro mattoncino in Conference, prepararsi al meglio per la battaglia con il Bologna che si trova già davanti in classifica: è una partita delicata per la Fiorentina e a livello psicologico non vale soltanto per la coppa.
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