Tre allenatori cambiati, una finale europea – la prima della sua storia – da giocare sul campo degli acerrimi rivali dell’AEK Atene. È forse persino riduttivo definire rocambolesca la stagione dell’Olympiacos, avversaria stasera della Fiorentina in finale di Conference League all’AEK Arena. L’annata è iniziata con Diego Martinez, esonerato a dicembre per far posto a Carlos Carvalhal che non è riuscito ad invertire la rotta. Il 12 febbraio quindi l’Olympiacos annuncia l’ingaggio di Josè Luis Mendilibar, precedentemente esonerato dal Siviglia, con cui aveva vinto l’Europa League pochi mesi prima a Budapest contro la Roma. La storia di Mendilibar non è meno rocambolesca dell’annata che sta vivendo. Dopo cinque esoneri e una carriera spesa prevalentemente tra zona salvezza e seconda metà della classifica in Spagna, il tecnico di Zaldibar è arrivato a giocarsi il secondo trofeo europeo consecutivo, dopo aver eliminato squadre del calibro di Fenerbahçe e Aston Villa. “Ringrazio il Siviglia per l’esonero altrimenti non sarei qui”, ha commentato ironicamente qualche settimana fa prima del match di ritorno contro la squadra inglese. Il doppio confronto con gli uomini di Unai Emery è stato un capolavoro. E ora il tecnico è chiamato a compierne un altro contro la squadra che a questo punto diventa la favorita per alzare il trofeo, la Fiorentina, sconfitta nella scorsa stagione dal West Ham.
I fattori a cui prestare attenzione sono tanti, a partire da quello ambientale in una Grecia caldissima dal punto di vista del tifo. Si gioca all’AEK Arena, casa dei rivali omonimi, che pochi giorni fa hanno perso l’opportunità di vincere il titolo nazionale proprio per una sconfitta contro l’Olympiacos ad un turno dalla fine. Ad approfittarne il PAOK, che ha alzato il trofeo. Adesso per l’AEK c’è anche il possibile smacco di vedere nel proprio stadio i rivali di sempre alzare un trofeo europeo e non è difficile pronosticare un clima incandescente allo stadio (in un paese che negli scorsi mesi ha sperimentato più volte le porte chiuse). Un elemento in più da considerare per i due allenatori, chiamati ad affidarsi alla personalità dei loro giocatori. Non mancano nomi noti nella rosa dell’Olympiacos. L’ex Verona e Leverkusen Retsos fa coppia con Carmo, arrivato in prestito dal Porto. Poi l’ex Benfica Chiquinho, lo spagnolo Iborra (con un passato tra Leicester e Villarreal) e i talenti offensivi: Fortounis sta chiudendo la stagione con 11 gol e 18 assist, mentre Podence si è spinto fino a realizzare 15 reti e 13 passaggi vincenti. Non sorprende quindi che il punto di riferimento dell’attacco, Ayoub El Kaabi, sia il miglior marcatore di questa Conference con 10 reti in una stagione che complessivamente lo ha visto finire sul tabellino dei marcatori 32 volte. Occhio poi alla sorpresa: il grande ex Stevan Jovetic può essere l’arma dalla panchina e in questa stagione europea ha già segnato due volte. In questa Conference ancora giovane, giunta alla terza edizione, però iniziano ad accumularsi anche i primi tabù. Fin qui chi ha vinto la classifica marcatori del torneo (Dessers nel 2021-22, Cabral nel 2022-23) ha poi perso la finale. In casa Fiorentina ci si aggrappa anche ad un po’ di scaramanzia nella bolgia di Atene.