La terza semifinale europea degli ultimi cinque anni porta la prima finale dal 1991 ad oggi. La Roma batte il Leicester 1-0 in un Olimpico che è stato quel dodicesimo uomo che Mourinho ha chiesto in conferenza stampa e vola a Tirana dove sfiderà il Feyenoord all’ultimo atto. Dopo l’1-1 dell’andata, basta un gol di un enorme Tammy Abraham per far esplodere l’Olimpico al fischio finale. Il copione è quello dell’andata: la Roma passa subito in vantaggio, poi il Leicester fa la partita senza rendersi pericoloso. Mou l’aveva detto: “Vorrei la partita dell’andata”. Lo è stato, ma senza gol, anzi autogol. Sui calci d’angolo Rodgers tiene tre giocatori in zona offensiva per sfruttare i contropiedi. Ma è la mossa più sbagliata che potesse fare: Abraham all’11’ colpisce da corner, colpo di testa e Schmeichel battuto. Ad inizio ripresa Rodgers cambia e inserisce Iheanacho e Amartey. La Roma soffre ma regge. Poco dopo su corner Maddison calcia rasoterra a uscire e trova Vardy libero in area. Il numero nove inglese calcia col destro ma trova la respinta provvidenziale di Abraham con la testa. Il Leicester tiene palla ma la Roma prova le imbucate e in una di queste Karsdorp sbuca alle spalle di Justin sul taglio meraviglioso di Pellegrini dalla linea di metà campo, ma l’olandese trova solo corner.
Sono poche le occasioni, da una parte e dall’altra. All’80’ Abraham e Karsdorp tengono palla vicino alla bandierina di destra, poi arriva il servizio al centro per Sergio Oliveira che prova a sua volta l’assist per Zalewski. L’unico vero brivido si ha al 92′ quando Maddison spaventa i 60.000 con un tiro che termina largo. Rui Patricio si limita all’ordinaria amministrazione, anche grazie ad uno Smalling sontuoso. La Roma tiene palla e riparte per far passare i cinque di recupero. Al triplice fischio lo stadio esplode. Mourinho può giocare l’ottava finale in carriera. Se vince, sarà il primo allenatore ad aver vinto i tre trofei UEFA in attività.