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Non è la Fiorentina di settembre, non è nemmeno quella dell’andata contro il Cukaricki, ma è la versione un po’ inconcludente vista nelle ultime tre sconfitte in campionato, ma in Serbia contava vincere, la vittoria arriva e Italiano se la tiene stretta per tuffarsi poi sul delicato impegno di domenica col Bologna, prima di andare al riposo per la nuova sosta delle Nazionali, nella speranza di ritrovare una squadra che diverte e si diverte.
E’ una squadra un po’ imballata, nella testa ancor prima che nelle gambe, certo ancora convalescente dopo le mazzate rimediate in serie in campionato. Ma in Conference era fondamentale portare a casa i tre punti, perché il girone non aspetta dopo i primi due pareggi per 2-2 e il primo posto, che vale gli ottavi diretti e due partite in meno a febbraio, è tutto da conquistare. Ora ci sarà da fare almeno 4 punti con Ferencvaros e Genk per non veder complicare le cose, ma ci sarà tempo per pensarci.
Per il momento, ci si tiene stretto uno 0-1 sudato in Serbia. La partita si è messa bene, anzi benissimo, con la giocata di Nzola, finalmente protagonista. Si prende il rigore, lo trasforma e i viola dominano per larghi tratti del primo tempo, del resto il dislivello tra le due squadre è più che netto. Nel secondo tempo, però, ecco all’improvviso le difficoltà : i padroni di casa sfiorano persino il pareggio, e i toscani vengono graziati, sarebbe stato un colpo duro, anzi, durissimo. E c’è anche da fare i conti con l’infortunio al ginocchio di Mandragora, che rischia di limitare le rotazioni in mezzo al campo. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto che sia, Italiano si tiene stretta la vittoria e questo contava.
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