A Braga per svoltare. A estremo occidente dell’Europa c’è il nuovo bivio stagionale per la Fiorentina, che in campionato sta vivendo ancora una volta un momento difficile, questa volta solo dal punto di vista dei risultati e non del gioco come invece accaduto a inizio anno. Proprio tra settembre e novembre, i viola riuscirono ad affogare nella Conference League i propri dispiaceri domestici, trovando il passaggio del turno anche se agli spareggi e giocando un calcio migliore. Ora, però, il mese di gennaio non è stato affatto brillante e soltanto dalla Coppa Italia sono arrivate le note liete. Si gioca però ad aprile, prima c’è una coppa forse più importante, perché vincerla vale l’Europa League, che sarebbe un upgrade, e soprattutto perché andare più avanti possibile renderà questa stagione di mediocrità e grigiore sempre più tendente alla sufficienza.
Lo sa bene Italiano, che stavolta è davvero sulla graticola. Dopo aver sbalordito lo scorso anno, i toscani ora faticano tanto a imporsi e a trovare continuità di risultati, ed è per questo che a questo crocevia contro i portoghesi il tecnico viola si gioca tanto. La sua squadra, contro una formazione abituata a giocare le coppe e con uno stadio di fatto unico nel suo genere, deve dimostrare di saper tenere botta e di giocarsela alla pari. E’ chiaro che Jovic, Bonaventura, Castrovilli (i cui schiaffi, di piede, dovranno essere dati al pallone per spedirlo dentro), Barak debbano dare qualcosa in più e aiutare la squadra a uscire fuori dalla nuova fase di flessione. L’aria europea può aiutare a svoltare, a patto di crederci per davvero.