Jacopo Gnocchi, avvocato della ragazza che nel 2013 fu vittima di uno stupro di gruppo al quale prese parte anche Robinho, ha commentato la condanna a 9 anni di reclusione dell’ex calciatore: “Il senso della vicenda per le vittime di violenza è quello di denunciare e di non avere paura anche se dall’altra parte c’è magari un personaggio famoso. Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia brasiliana e siamo assolutamente soddisfatti“. La magistratura brasiliana ha infatti confermato la condanna della Cassazione italiana e Robinho dovrà quindi scontare la pena nel paese sudamericano.
“E’ l’epilogo corretto di un processo celebrato regolarmente in Italia, dove alla fine c’è stato un riconoscimento di piena colpevolezza. Il processo ora deve riprendere per gli altri quattro imputati dopo che si è congelato per la loro irreperibilità; si provvederà a notificare gli atti in Brasile e verrà celebrato anche nei loro confronti – ha aggiunto il legale – Eravamo consapevoli del problema della Costituzione brasiliana, ma c’era anche la possibilità di far eseguire la pena direttamente in Brasile e i giudici brasiliani hanno ammesso questa possibilità. Finché le vittime non si muovono, non ci sono i processi e ovviamente, se colpevoli, non ci sono neanche le condanne. Questi casi aiutano a far capire che il clima sta veramente cambiando“.