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Per assistere ad una vittoria di un italiano nella Scarpa d’oro, sono serviti 39 anni. Ma nel biennio 2006-2007 Luca Toni e Francesco Totti riuscirono finalmente a dare un seguito anche individuale al Mondiale del 2006 e a portare in alto il nome dei cannonieri italiani. Colpa (o merito) anche delle difese. Basti pensare che la ponderazione del punteggio in base al coefficiente Uefa del campionato di riferimento è stata introdotta solamente dal 1997. Prima di quella data solamente cinque volte la Scarpa d’oro è stata sollevata da un giocatore di uno dei cinque campionati europei: Gerd Muller (1969-70, 1971-72), Josip Skoblar (1970-71), Ian Rush (1983-84) e Hugo Sanchez (1989-90). Oggi, nel 2020, l’Italia torna ad avere un candidato forte per il titolo individuale. Si tratta di Ciro Immobile, secondo a ventisette gol alle spalle di Robert Lewandowski che però il suo campionato l’ha già ricominciato. L’attaccante della Lazio avrà quindi il favore di partire più tardi, conoscendo già il numero di gol necessario per arrivare davanti a tutti. Gli altri candidati vengono tutti dalla Bundesliga: Timo Werner, autore di 24 reti. Ed Erling Haaland che di gol ne ha fatti 26, di cui 16 nel campionato austriaco il cui coefficiente più basso impedisce di salire sul podio per il momento. Non sarà quindi un testa a testa vissuto di domenica in domenica come quello che vide trionfare Francesco Totti nella stagione 2006-07. L’ex capitano della Roma è l’ultimo italiano ad aver sollevato il trofeo e lo fece con 26 reti segnate. Rigori realizzati? Tre fatti e cinque sbagliati (sette in totale). Insomma, questione di destino al di là degli errori dal dischetto. E alla fine Francesco Totti quella Scarpa d’oro la alzò al cielo al termine di un duello con Ruud van Nistelrooij e Afonso Alves dell’Heerenven che di gol ne aveva segnati di più (31) ma con un coefficiente, quello dell’Eredivisie, più basso.
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Meno serrata la lotta per Luca Toni che l’anno precedente si laureò capocannoniere europeo con 31 reti, quattro in più di Thierry Henry e cinque in più rispetto a Samuel Eto’o. A fine stagione Toni passò al Bayern Monaco in Bundesliga dove il vizio del gol non passò con 39 gol segnati nella stagione successiva. Il percorso inverso e più costante rispetto a Ciro Immobile che in Germania al Borussia Dortmund non riuscì a sfondare e oggi invece fa un po’ quel che vuole in biancoceleste. Se basterà per riportare la Scarpa d’oro in Italia, dipende da Ciro. E da Lewandowski.
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