Il presidente del ChievoVerona, Sergio Pellissier, in un’intervista a rabone.it, fa un resoconto dell’ultimo periodo, culminato con la salvezza in Serie D del club e la riacquisizione del marchio Chievo: “Quel marchio era veramente decisivo per il nostro progetto, e siamo finalmente riusciti a riportarlo a casa. Quando tre anni fa i tifosi mi avevano chiesto di fare qualcosa per il club, mai avrei pensato che saremmo riusciti a fare così tanto. Se manterremo questo modello di azionariato popolare? Noi siamo aperti a tutto, vogliamo solo che questo progetto sia più vivo e sano possibile. Sicuramente ci dà orgoglio che questo marchio sia di 800 persone e non di un individuo singolo”, dice Pellissier, visibilmente soddisfatto degli ultimi mesi di lavoro.
L’ex capitano e bandiera del Chievo, poi, prosegue parlando dell’impegno preso: “A me non interessa chi c’era dall’inizio, chi non c’era o chi era contro. Io ho giocato, ho lavorato e sto lavorando per le persone che hanno creduto e credono in me. Che senso avrebbe lavorare per le persone che non credono in te? Finché avrò persone che credono in me mi impegnerò al 150% per riuscire a dargli la soddisfazione che si meritano. A me le rivalse non interessano, a me interessano i miei traguardi, che ora sono gli stessi del Chievo. Vogliamo diventare una società sempre più solida. Non vogliamo ovviamente avere problemi economici, crescere si ma senza fare il passo più lungo della gamba. Vogliamo portare avanti i nostri progetti, lottare per i nostri obiettivi, migliorare giorno dopo giorno. Questo dovrebbe essere l’obiettivo per tutte le squadre, noi nel nostro piccolo facciamo lo stesso”.
Ovviamente, il sogno più grande sarebbe il ritorno in Serie A, ma Pellissier rimane realista sull’obiettivo che si era prefissato: “Nel business plan iniziale ci eravamo posti l’obiettivo Serie A nel 2028, poi abbiamo dovuto modificare tutto perché abbiamo perso tre anni. L’idea era di prendere il titolo del Chievo in Serie D, poi non ci siamo riusciti e siamo partiti dalla Terza Categoria, da lì poi l’Eccellenza e la Serie D. Anche due anni fa abbiamo provato ad andare in D, ma non ho trovato una società che vendesse il titolo. Abbiamo avuto ritardi dovuti a questo tipo di problematiche, ma l’idea è quella di vincere la Serie D il prima possibile, la guerra è quella: vogliamo partire subito. Certo che l’obiettivo sarà sempre la Serie A, ma prima di arrivare in A ci sta la Serie B, la Serie C, devi vincere la Serie D. Io vivo ogni anno per conquistare il più possibile”, conclude.