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E’ morto oggi all’età di 74 anni Pierino Prati, storico attaccante di Milan, Roma e Fiorentina tra le altre a cavallo tra anni ’60 e ’70. Ripercorriamo le tappe fondamentali della carriera centravanti di Cinisello Balsamo, spentosi oggi nella sua città natale. Soprannominato “Pierino la peste”, crebbe nel settore giovanile del Milan. Dopo una stagione in prestito alla Salernitana, dove contribuì con 10 reti alla promozione in Serie B dei campani, tornò una prima volta a Milano all’inizio del campionato 1966/1967, debuttando in Serie A con la maglia rossonera.
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Ceduto nuovamente in prestito nel successivo autunno, stavolta al Savona sempre in serie cadetta, disputò in Liguria il resto della stagione, per poi ritornare in pianta stabile ai rossoneri dall’estate 1967. Alla sua prima stagione completa in massima serie fu capocannoniere con 15 gol, contribuendo alla vittoria del campionato da parte dei milanesi. Coi lombardi conquistò la Coppa delle Coppe nel 1968, e l’anno successivo Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale: in quel 1969, nell’ultimo atto della principale competizione europea per club, segnò 3 gol all’Ajax, sfiorando il record di reti di Ferenc Puskás in una finale: l’ungherese ne segnò infatti 4. Lasciò il Milan nel 1973, dopo due Coppe Italia consecutive e la seconda Coppa delle Coppe, e dopo aver collezionato 209 partite e 102 gol in maglia rossonera: al momento è il decimo marcatore all-time del club.
Passato alla Roma, giocò l’ultima gara in nazionale (la quattordicesima, nelle quali segnò 7 gol), imboccando definitivamente il viale del tramonto; dopo due brevi parentesi alla Fiorentina e negli Stati Uniti, coi Rochester Lancers, chiuse la carriera in Serie C2, tornando per tre anni a Savona. Sempre parlando di Nazionale, non si può non citare l’Europeo 1968 giocato in casa, nel quale esordì con la maglia dell’Italia: accadde contro la Bulgaria, nella gara di andata dei quarti di finale; il suo gol accorciò le distanze sul 3-2, con l’Italia che poi ribaltò il risultato con un 2-0 al ritorno. Giocò anche la finale di andata contro la Jugoslavia in coppia con l’esordiente Pietro Anastasi, mentre nella vittoriosa ripetizione fu sostituito da Gigi Riva.
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