Antonio Zappi è il nuovo presidente dell’associazione italiana arbitri. Dopo l’interregno di Carlo Pacifici, chiamato a sostituire il dimissionario Alfredo Trentalange, a sua volta numero uno AIA dopo la lunghissima era di Marcello Nicchi durata più di dodici anni, è il 59enne a spuntarla in un’elezione dal verdetto netto: 673 voti per Zappi, contro i 273 per Trentalange. Originario di Viterbo e veneto d’adozione, ex arbitro, dirigente di lunga data dell’AIA, Zappi si fa promotore di una riforma che potrebbe riguardare anche l’innovazione del Var a chiamata: “Sono estremamente favorevole all’introduzione del VAR ‘a chiamata’ per uniformare l’intervento della tecnologia e ridurre la discrezionalità arbitrale fonte di polemica, ma ogni modifica dovrà essere concertata con le istituzioni regolamentari e tecniche e la futura direzione tecnica”, ha detto in un’intervista all’AGI. Non solo: “Ritengo fondamentale aprire alla trasparenza rendendo pubblici i dialoghi tra VAR e arbitro. Questo permetterebbe ai tifosi di comprendere meglio le decisioni e ridurre sospetti o polemiche. Mi piacerebbe che il calcio prendesse esempio dal rugby, dove questa pratica è già una realtà consolidata”.
Nel suo programma elettorale il focus è riservato al futuro nell’ordinamento federale e al tema dell’autonomia “di budget, del marketing e della comunicazione”. L’obiettivo “con i maggiori introiti” è quello di “aumentare rimborsi spese degli arbitri e indennità dei dirigenti Sezionali e Regionali”. Tra i punti anche il riconoscimento delle Sezioni come associazioni sportive e la creazione della Fondazione AIA. Per Zappi è necessario introdurre “un diverso e più stabile inquadramento del rapporto di lavoro degli arbitri di vertice”, ma anche la “previsione di indennità di fine carriera ed altre adeguate forme di welfare”. Sul tema giustizia si punta alla “ridefinizione competenze disciplinari in capo all’AIA e recupero della giustizia domestica”, o in alternativa alla “istituzione di una sezione speciale AIA all’interno del sistema di giustizia FIGC”. Ampio spazio alla tutela del benessere degli arbitri. Nel programma elettorale di Zappi c’è l’impegno ad “adoperarsi per conciliare passione, lavoro e famiglia”. Quindi “limitare al minimo le necessità di assentarsi dal lavoro per gare infrasettimanali con spostamenti non strettamente necessari da Nord a Sud e viceversa”. Per il nuovo presidente “Arbitrare NON deve interferire con il lavoro e condizionare scelte professionali e di vita”.
IL COMMENTO DELL’USCENTE PACIFICI
“L’Aia è in ottima salute, la rinuncia al 2% rappresenta la riaffermazione del nostro ruolo terzo all’interno della federazione, un 2% che ci ha portato più problematiche che benefici trasformando la nostra associazione da tecnica a politica. Una rinuncia che ci ha dato quell’autonomia inseguita e sognata e ora realtà, aprendo nuovi orizzonti per ambire a nuove risorse esterne per la formazione dei nostri ragazzi e ragazze”. E’ questo uno dei passaggi del presidente uscente dell’Aia, Carlo Pacifici, nel corso del’assemblea elettiva: “Ho vissuto momenti di grande gioia, alternati a momenti di assoluta amarezza e indignazione, conditi da insulti, aggressioni e persino inseguimenti. Molti mi hanno consigliato di desistere, ma in me non c’è stata mai la tentazione di fare un passo indietro. Non volevo offrire su un piatto d’argento l’opportunità ai nostri affezionati denigratori di sparare ancora una volta sulla nostra comunità arbitrale”, ha aggiunto attaccando alcuni franchi tiratori all’interno dell’associazione.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE GRAVINA
Nel corso dell’assemblea, ha preso la parola il presidente della Figc, Gabriele Gravina: “La Figc è a fianco degli arbitri che rischiano di ricevere insulti e di essere bersaglio di vili aggressioni a causa di una vera e propria piaga sociale. A loro promettiamo ulteriori interventi di sistema per disincentivare questi comportamenti beceri. Abbiamo inasprito le sanzioni, abbiamo investito in formazione ma ci accorgiamo che non è stato risolutivo e saremo ancora più incisivi, mi farò interprete di una riflessione che coinvolga tutte le componenti per scoraggiare questi atti criminali”. E non manca un cenno a una sempre più concreta autonomia dell’AIA, concessa nel nuovo Statuto Federale in cui però gli arbitri hanno perso il loro 2% di voto, scomparendo così sia dal Consiglio che dall’Assemblea federale: “La Figc ha tutto l’interesse ad avere un’Aia forte e autonoma, che sappia distinguere l’aspetto tecnico da quello politico. Gli arbitri italiani rappresentano un’eccellenza da tutelare e valorizzare sia in campo nazionale che internazionale, non è un caso che nei ruoli apicali ci siano Rossetti e Collina, nostri arbitri. Arbitri, delegati, non abbiamo nessun timore di essere voi stessi continuate a credere nei valori che vi rappresentano perché siete la spina dorsale del nostro movimento calcistico”, ha concluso.