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Nel segno di Vinicius, che fa gol e di fatto decide la partita. Ma anche e soprattutto nel segno di Thibaut Courtois, che para di tutto dopo averlo fatto per una stagione intera. E poi, nel segno di Carlo Ancelotti, che scrive un’altra pagina di storia. Il Real Madrid vince la quattordicesima Champions Leagu, la decimo cuarta, e si conferma la squadra per eccellenza con la esse maiuscola quando il livello si alza. Il Liverpool perde la seconda finale in quattro anni contro i blancos, riuscendo però a vincerne una nel mentre. Ma stasera, vince il cinismo all’italiana di Re Carlo, che diventa il primo e unico allenatore a vincere quattro Champions League in carriera. Gioca peggio, ma lo fa con maggiore intelligenza: non si getta all’attacco a spron battuto come i Reds, non spreca e non cerca giocate nello stretto. Sa soffrire, e lo abbiamo visto già nelle altre sfide dell’eliminazione diretta, sa colpire al momento giusto. E si dimostra non necessariamente dipendente da un Benzema oggi altruista e un po’ in ombra. E’ Vinicius a segnare il gol vittoria a inizio secondo tempo, un gol per nulla complicato, ma in quella posizione bisogna sapersi trovare. E se il risultato regge, il merito è tutto dello straordinario portiere di questa squadra, quel Courtois che oggi para tutto quello che si poteva parare. E forse qualcosa in più.
Al di là del calcio giocato, non si può negare che questa finale passerà alla storia anche per il disastro organizzativo. Scontri fuori dallo stadio tra polizia e tifosi, alcuni che senza biglietto provano a entrare e forse ci riescono pure, l’Uefa che decide di posticipare l’inizio della partita prima di 15 minuti, poi di altri 15, quindi si inizia alle 21.36. Una pagina bruttissima per il calcio europeo, e Ceferin dovrà spiegare molte cose. A cominciare dal club inglese, che ha chiesto venga aperta un’inchiesta per il trattamento subito dai tifosi.
Per fortuna poi si ricomincia a giocare ed è il Liverpool che parte meglio, gioca con veemenza e convinzione, ma ha il demerito di non sbloccarla nella prima mezzora. A quel punto, le merengues prendono sempre più convinzione e Benzema (Pallone d’Oro sicuro) segna – ma in fuorigioco come Acerbi in Spezia-Lazio, anche se con qualche discussione in più da sollevare – ma gli viene annullato. Nel secondo tempo il Real Madrid sembra averne di più e su una ripartenza fulminea c’è il vantaggio firmato Vinicius su gran cross di Valverde. A quel punto, con grandissima umiltà, la squadra di Ancelotti si chiude a riccio e quella di Klopp, che inserisce Firmino e Jota, attacca senza sosta ma trova Courtois o l’imprecisione sulla propria strada. E l’epilogo è ovvio: arriva la quattordicesima, Ancelotti nella storia, così come il suo Real. E il Liverpool pensa già a come vincerla l’anno prossimo.
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