Le attenuanti ci sono, ma non giustificano una serata davvero opaca. L’assenza di Ronaldo, polemica sui tamponi a parte, pesa. Un gol su netta deviazione e uno su rigore al 90′, niente da obiettare. Così come i tre gol annullati per fuorigioco a Morata: la geometria non è opinabile, ma la sfortuna ci ha visto benissimo e condanna uno dei pochi giocatori in forma in questa squadra. Per il resto, tante ombre per una Juventus che perde per 0-2 contro un Barcellona sicuramente in palla ma non entusiasmante e spesso portato a specchiarsi un po’ e a non affondare. I ragazzi di Pirlo, però, non hanno un briciolo di cinismo e sembrano sfiduciati già dal primo minuto, finendo sempre più in balia di un avversario che pare non andare nemmeno al massimo delle proprie possibilità. Gestione, da parte della squadra di Koeman: inaspettato quanto triste per una Vecchia Signora che è un cantiere aperto ma che dimostra di aver fatto ancora zero passi avanti rispetto ai tanti pareggi deludenti in campionato.
E’ dunque arrivata la prima sconfitta della gestione Pirlo, ed è meritata: dopo la buona prestazione sul campo della Dinamo Kiev, non appena il livello si alza piovono difficoltà tattiche e tanta confusione in campo. Il modulo camaleontico dei bianconeri ha funzionato, in fin dei conti, solo contro la Sampdoria all’esordio, poi la sensazione è stata quella di una squadra che non sa cosa fare in campo e non ha i mezzi per ribellarsi al suo destino. Il match si incanala in un modo e questa Juventus non riesce a cambiare ritmo: una prestazione, francamente, desolante che ridimensiona una volta per tutte il giudizio sul tecnico bresciano, che in ogni caso ha margini di miglioramento e può immediatamente prendersi questa squadra. Questa, però, non è la strada giusta.