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Peggio di così, non si può, sotto il punto di vista del gioco e dei risultati. E’ crisi conclamata per il Milan al quale è offerta ora una grande chance per raddrizzare questo autunno che ha preso una piega davvero inaspettata, quella Champions che storicamente è un habitat naturale per il Diavolo, ma che in questa edizione, fermo restando che si tratta di un girone di ferro, al giro di boa ha fruttato due punti, due 0-0, e una sconfitta all’andata col Psg senza storia. Ed è di nuovo la squadra di Luis Enrique l’avversaria dei rossoneri a caccia di se stessi, dello smalto perduto, del sorriso: San Siro sarà pieno o quasi per quella che può davvero essere una serata spartiacque. Vincere, o almeno non perdere, e in un colpo solo si potrebbe pensare di volare agli ottavi ottenendo risultati anche contro Borussia Dortmund e Newcastle, e al contempo si ritroverebbero energie nervose positive da investire sul campionato, dove nell’ultimo weekend prima della sosta c’è da far visita a un Lecce rognoso, ferito e che non regala niente perché la classifica sta già cominciando a guastarsi.
Può davvero una squadra apparsa allo sbando contro l’Udinese essere in grado 72 ore dopo di sfoderare una prestazione all’altezza, quella mancata di certo due settimane fa, contro i fenomeni parigini che hanno in Mbappé una stella così luminosa da non consentire particolari voli pindarici? Difficile dirlo, ma Pioli è convinto di avere in mano il gruppo, a questo punto la palla passa ai giocatori, chiamati a evitare i fischi del Meazza tre giorni dopo quelli assordanti del campionato. In una situazione normale, perdere col Psg e persino ritrovarsi fuori da un girone di Champions alla quarta giornata non sarebbe stato accolto in modo orrorifico dall’ambiente rossonero, il fatto è che questa non è una situazione normale e la squadra ha una serie di difficoltà inaspettate visto – sulla carta – il livello del mercato estivo e la composizione della rosa. Il rendimento di quasi tutti, però, è davvero negativo e il tecnico è sulla graticola. La sua panchina non è mai stata così traballante e il tempo della gratitudine è finito: in una sera dalle grandi orecchie ci gioca tanto del futuro.
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