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L’impatto è stato quello giusto e a Bergamo si è rivisto un Napoli che ha saputo alternare un buon calcio e una compattezza difensiva degna di nota, ma adesso per Walter Mazzarri c’è un test che fa tremare i polsi, quello in Champions contro il Real Madrid dell’ex Ancelotti. Gli azzurri visti contro la Dea, concentratissimi, cinici e corti, sempre ben messi in campo, probabilmente non basteranno per far fronte a una squadra stellare come quella spagnola, seppur con alcune assenze mica da poco, da Courtois a Vinicius. Ma col Cadice domenica abbiamo assistito a robe surreali da Rodrygo e Bellingham, e c’è da scommettere che al Bernabeu saranno i due protagonisti attesi, senza Modric ma con Theo il figlio di Zizou, per una squadra che ha vinto 15 delle ultime 18 partite e che in coppa ha fatto filotto con quattro successi tra cui, appunto, il pirotecnico 2-3 deciso da una perla di Valverde (che non vedrà mai il suo nome nel tabellino).
E la statistica del Napoli contro il Real vede quattro sconfitte e un pareggio, ottenuto negli anni ’80. I due ko più recenti al di là di questa stagione nello scontro agli ottavi del 2017, quando la squadra di Sarri perse per 3-1 sia all’andata che al ritorno, giocandosela però a tratti ad armi pari. Oltre alla grande chance di vincere per la prima volta contro la squadra simbolo della Champions, gli azzurri cercano un booster di motivazioni e mentalità europea, con Mazzarri che sa di avere un’altra grande occasione per convincere in tre giorni tutti, ma proprio tutti, gli scettici. C’è comunque da conquistare la qualificazione, ancora in bilico perché il Braga può presentarsi al Maradona, in caso di ko degli azzurri, ancora con chance di passaggio del turno, e sarebbe ottimo chiudere la pratica con un clamoroso blitz al Bernabeu per non dover giocare invece poi per due risultati su tre coi portoghesi.
Gli azzurri hanno comunque vinto cinque delle ultime undici trasferte europee e in generale nelle ultime undici partite di gironi vantano un ruolino di otto vittorie e un pari. Insomma, si va a caccia di un risultato storico contro il grande ex Ancelotti, un anno e mezzo in azzurro e un addio abbastanza burrascoso con De Laurentiis e lo spogliatoio. Lo si fa affidandosi a Kvara, in gran forma adesso e con alle spalle il periodo no causato anche da qualche panchina di troppo con Garcia, e c’è il valore aggiunto Osimhen, entrato in campo alla grande, con l’assist decisivo, sabato a Bergamo. E’ il grande dubbio del tecnico livornese: giocarsi la carta nigeriana fin da subito o dar fiducia a Raspadori, che pure meriterebbe il palcoscenico?
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