Champions League

Stop eventi sportivi sino al 3 aprile, cosa succede con Champions ed Europa League?

Sibilata, pronunciata timidamente, con la voce sempre più autoritaria di giorno in giorno, di contagio in contagio dalle varie autorità coinvolte, alla fine la parola ‘stop’ l’ha dichiarata una volta per tutte Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, nel corso di una conferenza stampa che annuncia le nuove misure per contenere l’emergenza coronavirus. Non esiste più una zona rossa circoscritta. E lo sport, calcio compreso, si ferma. Ma cosa succede con le coppe europee? L’Italia ha cinque squadre coinvolte, tre in Champions League (Juventus, Napoli e Atalanta) e e due in Europa League (Inter e Roma), che paradossalmente dovranno subire lo stop in campionato ma non in Europa sotto l’egida della Uefa che ha però già rinviato Basilea-Eintracht dopo le misure del governo svizzero.

Sono attese nuove decisioni da parte dell’organismo continentale in quello che si preannuncia essere un rebus di difficile soluzione. Nella prossima settimana sono in programma Valencia-Atalanta (che si giocherà regolarmente domani sera visto che Gomez e compagni sono già in Spagna), Inter-Getafe e Siviglia-Roma, tutte a porte chiuse. Poi spazio a Juventus-Lione e Barcellona-Napoli per i due match di ritorno degli ottavi di finale della massima competizione europea. Quindi quali soluzioni? Una è il campo neutro in diversi paesi europei che dovrebbero accettare di ospitare delle squadre italiane, di cui due dalla zona rossa originaria. Difficile, forse impraticabile. Ma l’unica via per tenere in vita le coppe europee senza ricadere nel paradosso di un calcio nazionale che si ferma per tutti tranne per chi proviene da fuori i confini. E poi c’è la soluzione probabile, una possibile deroga per le competizioni internazionali. Le prossime ore saranno decisive.

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