Champions League

Sorteggio Champions League: l’analisi delle avversarie delle squadre italiane nei gironi

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo - Foto Antonio Fraioli

L’urna del sorteggio della Champions League sorride alle italiane. Con tutti i condizionali del caso, possiamo dire che oggi a Nyon per Juventus, Napoli, Atalanta ed Inter sono arrivati degli accoppiamenti nel complesso convenienti, nell’ottica delle rispettive speranze di passare il turno.

Grazie anche allo status di testa di serie, la vita più facile dovrebbe essere quella della Juventus, nel cammino verso gli ottavi di finale. Atlético Madrid, Bayer Leverkusen e Lokomotiv Mosca erano sicuramente tre tra le squadre più quotate all’interno delle singole fasce, ma perlomeno sulla carta si tratta di compagini inferiori ai campioni d’Italia. A partire dai nuovissimi Colchoneros di Simeone, che hanno rivoluzionato la rosa ma non lo stile di gioco, e ripongono nel talento di João Félix molte delle proprie speranze di diventare una candidata seria per la vittoria finale. Il Bayer Leverkusen di Peter Bosz è invece una squadra giovane e tecnica, orientata verso un calcio offensivo che tende ad esaltare il talento di Kai Havertz e soci, ma che dovrà dimostrare di potersi riconfermare su alti livelli anche affrontando tre competizioni. Infine la Lokomotiv Mosca del neo-acquisto João Mario, una squadra con idee rudimentali dal punto di vista tattico ma con alcuni giocatori di fama internazionale a disposizione. Certamente, in ogni caso, la più debole del gruppo.

Tutto sommato può sorridere anche il Napoli, che ha pescato i campioni in carica del Liverpool in quella che sarà una rivincita del doppio confronto di un anno fa, sempre ai gironi, che costò l’eliminazione agli azzurri. Ma aldilà dei Reds, l’opposizione alla truppa di Ancelotti non dovrebbe essere ostica: sia il Salisburgo sia il Genk sono squadre dalla spiccata vocazione offensiva, ma piuttosto fragili nell’altra fase di gioco. E se l’intensità di gioco degli austriaci, se sottovalutata, potrebbe quantomeno creare dei problemi, i belgi non sembrano un ostacolo credibile per gli stessi partenopei che abbiamo visto dare spettacolo nella prima giornata di Serie A. Se il Napoli non dovesse passare il turno, sarebbe una delusione.

Il sorteggio più duro è probabilmente quello toccato all’Inter, che dalla sua scomoda posizione in terza fascia poteva solo sperare in un po’ di fortuna. Ma la fortuna è cieca e quindi ai nerazzurri toccherà vedersela con Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga. Sui blaugrana c’è ovviamente poco da dire: si tratta di una delle squadre più forti del mondo, fosse soltanto per la presenza di Leo Messi all’interno della rosa (e forse anche di Neymar). Forse vale la pena invece di soffermarsi sul BVB di Lucien Favre, la squadra che lo scorso anno ha lottato per il titolo in Bundesliga fino all’ultima giornata ed ha conosciuto un rinnovamento importante dopo anni difficili. Reus, Thorgan Hazard, Brandt, Sancho e il capocannoniere dello scorso campionato tedesco, Paco Alcacér: segnare non è certo un problema per una squadra con tutta questa qualità dalla propria parte. E occhio pure allo Slavia Praga, una delle rivelazioni della scorsa Europa League: la cifra tecnica dei cechi non sarà stratosferica, ma la loro intensità di gioco la scorsa stagione è costata l’eliminazione al Siviglia. Certamente Conte dovrà rimboccarsi le maniche per affrontare un girone così ostico.

Chiude il nostro quadretto l’Atalanta, che invece di fortuna ne ha avuta parecchia nell’incrociare Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria. Posto che in Champions non esistono accoppiamenti facili per le squadre che partono dalla quarta fascia, di fatto l’unica big che si frappone in mezzo alla Dea e il passaggio del turno è il City di Guardiola, nettamente la fazione più forte del girone sotto ogni aspetto. Per il secondo posto però i bergamaschi potranno certamente giocarsela: lo Shakhtar ha cambiato guida tecnica (Fonseca è passato alla Roma) ma non filosofia di gioco e resterà una squadra dura da affrontare, ma che in questo momento storico soffre di una condizione ambientale sfavorevole. Il conflitto in Crimea ha infatti danneggiato la Donbass Arena, lo stadio “originale” del club, e per questo gli ucraini si trovano a giocare in casa (molto spesso con pochissimi tifosi) a Charkiv, nel Metalist Stadium, a oltre 300 km di distanza da Donetsk. La Dinamo Zagabria è invece una squadra coraggiosa e propositiva, illuminata dal talento dello spagnolo Dani Olmo, ex canterano del Barcellona. Non sarà una trasferta facile al Maksimir, ma i nerazzurri possono sicuramente nutrire delle speranze concrete in ottica secondo posto.

SportFace