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Nel momento peggiore, quando la stagione sembra già prendere una pessima piega e il progetto Inzaghi naufragare irrimediabilmente, l’Inter torna grande e si regala una notte meravigliosa. C’è tanto dentro all’1-0 con cui i nerazzurri liquidano un Barcellona arrembante ma spesso sconclusionato, che fa la partita ma si arrende alla prova difensiva dei padroni di casa e al Var, che nega un gol per un fallo di mano e non dà un rigore ai catalani per un tocco galeotto ma non dimostrabile di Dumfries. Ma al di là degli episodi, è l’Inter a meritarsi con le unghie e coi denti questa vittoria che scompagina i rapporti di forza nel girone: adesso i nerazzurri sono secondi e il pass per gli ottavi è nelle loro mani, visto che potranno difendere il secondo posto con quattro punti nelle prossime due partite senza dover passare dalle forche caudine dell’Allianz Arena.
È una partita, quella del Meazza, che è un piccolo manuale di psicologia, e che racconta di come una squadra sull’orlo del precipizio riesca, peraltro con alcune assenze, a fare quadrato oltre i propri limiti, a ritrovare le sensazioni vissute negli scorsi anni e che sembravano perdute. L’Inter c’è ancora, e lo grida a gran voce. Per il momento in Europa, dove tra otto giorni si giocherà tutto al Camp Nou, ma l’onda lunga di una vittoria di prestigio si può trascinare fino al campionato, dove il calendario è anche clemente quanto basta per rinascere pure lì e salire di nuovo sul treno scudetto.
Al campionato si penserà da domani, stasera ci si gode una vittoria che apre nuovi scenari. Che riporta un Lautaro Martinez attaccante totale, Barella finalmente propositivo verso i compagni, Calhanoglu che nell’inedita posizione da regista firma con un gran gol i tre punti. E poi, la difesa regge nonostante la forte pressione dei blaugrana, Onana alterna belle uscite a dei mezzi disastri, ma anche lui non potrà che migliorare. Inutile girarci attorno: le prestazioni senza risultati non bastano, i risultati senza le prestazioni sì. Ma quando si unisce prestazione e risultato, allora è possibile sperare in una stagione diversa dal settembre nero senza azzurro vissuto fin qui. Può in una notte essere svoltato tutto? Probabilmente no, ma vincere una partita di prestigio, anche se la squadra di Xavi non è più la squadra con Xavi, mette salde basi.
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