“We’ve done it before…“. Con un pizzico di ironia, la pagina Facebook ufficiale della Roma ha ricordato il 3-0 del 2002 che vide il Barcellona schiantarsi contro i giallorossi di Fabio Capello allo Stadio Olimpico. Con un Totti in più e un Messi in meno il risultato fu esattamente quello che servirebbe martedì alle 20:45 ai ragazzi di Eusebio Di Francesco per conquistare la qualificazione. Forse più di un sogno, visto il parziale pesante (4-1) dell’andata al Camp Nou che cancella speranze di passaggio del turno ma non toglie senso alla straordinaria cornice di pubblico che affollerà lo Stadio Olimpico stasera. Tre gol di scarto, lo stesso parziale subito dalla Juventus di Massimiliano Allegri all’Allianz Stadium contro un Real Madrid sempre più bestia nera e ostacolo insormontabile. La splendida rovesciata di Cristiano Ronaldo ha cancellato forse un po’ di amarezza aggiungendo la convinzione di aver dovuto fare i conti con una squadra che sta scrivendo la storia del calcio. “Chi non ci crede, non salga sull’aereo”, è il monito di Allegri ai suoi giocatori in vista del ritorno al Bernabeu, teatro comunque di serate storiche per i colori bianconeri. Mancherà Paulo Dybala ma anche Sergio Ramos e l’emergenza difensiva per gli uomini di Zidane lascia una piccola speranza, soprattutto se si è vice campioni di Europa per due anni negli ultimi cinque. Un 3-0 e un 4-1 per il computo complessivo di 7-1 per la Spagna nel primo atto di un doppio confronto impari, Roma e Juve vanno a caccia della reazione.
PRECEDENTI – Per diciassette volte in una competizione europea una squadra è riuscita a rimontare una sconfitta con tre gol di scarto nel match di ritorno. Dei numeri che sottolineano la grandezza dell’ostacolo per le ultime due rappresentanti dell’Italia in Champions League. I più grandi ricorderanno Roma-Dundee 3-0 del 1984 (nonostante due gol annullati ai giallorossi) mentre resta ancora nella memoria collettiva la clamorosa remuntada del Barcellona ai danni del Psg con un 6-1 che ha ribaltato il 4-0 del Parco dei Principi. Ma le rimonte storiche non sono finite: nella stagione 2014-15 il Porto fu eliminato dal Bayern Monaco nonostante la vittoria per 3-1 dell’andata, fu un travolgente 6-1 a permettere agli uomini di Guardiola di conquistare il pass per il turno successivo. Sorte simile anche per il Chelsea nel 1999-00 quando fu costretto ad arrendersi al Camp Nou contro il Barcellona per 5-1 che ribaltò il parziale di 3-1 dell’andata. Non mancano altre storie di quarti di finale e di incroci tra Italia e Spagna: nel 2004 il Milan sprecò la vittoria del primo atto per 4-1 contro il Deportivo, subendo una sconfitta per 4-0 a La Coruña. Solamente in sette occasioni (su venticinque) la Roma in campo europeo è riuscita a ribaltare una sconfitta dell’andata: dall’Östers Växjö nella stagione 1975-76 allo Shakhtar Donetsk nella stagione in corso passando per Dundee e Brøndby, ma Di Francesco ha il compito di crederci.
Due imprese, due missioni quasi impossibili, vissute alla vigilia in modo simile dai calciatori. C’è chi parla di “un pizzico di sana follia” come Chiellini e chi invece si appella alla “convinzione di poter far male” di Radja Nainggolan. Ma Roma-Barcellona e Real Madrid-Juventus sono anche metafore di una posizione subalterna ormai vissuta dal calcio italiano rispetto alla Spagna. Una rimonta che non c’è stata, quella nel Gruppo G di qualificazione ai Mondiali 2018 con le Furie Rosse capaci di precedere gli azzurri di cinque lunghezze, e una rimonta che non ci sarà, almeno nel breve periodo: quella nel Ranking Fifa che vede l’Italia sprofondare al ventesimo posto (Record negativo di sempre). Nel Ranking Uefa la Spagna comanda e comanderà la classifica chissà per quanto tempo. Ma quelli delle italiane non saranno gli unici tentativi di rimonta: il Manchester City ha il compito di ribaltare il 3-0 contro il Liverpool subito ad Anfield Road. Guardiola contro Klopp: in palio c’è la candidatura ad ostacolare il dominio di Real Madrid e Barcellona, ormai protagoniste di un Clasico sempre più a formato europeo.