Il Real Madrid fa visita al Manchester City dopo il pareggio (1-1) dell’andata. Ancelotti contro Guardiola. La Regina della competizione contro quella che vuole bussare e affacciarsi nell’Olimpo. L’allenatore che ha vinto più di tutti in Champions e quello che al contrario non alza la coppa più ambita da 12 anni. Sul campo di Haaland e compagni, c’è da contenere la padrone di casa del torneo la più lucida e fredda nei momenti chiave, quella che difficilmente fallisce un doppio confronto. Eppure, la storia racconta anche di un altro volto del Madrid, meno brillante, meno spietato. Il Real si è qualificato solo due volte su nove quando non ha vinto in casa l’andata di una sfida a eliminazione diretta di Champions League. Quelle due volte però si sono verificate proprio a Manchester, nel 2000 contro lo United e nel 2013 contro il City. Il Real di Ancelotti cerca la terza impresa sul campo nel nord ovest d’Inghilterra per rispondere alla vittoria della Liga del Barcellona in una stagione di veleni e per ridimensionare la potenza concorrente del City. Lo ha già fatto la scorsa stagione, quando la maxi rimonta si concretizzò nei minuti di recupero con due gol in cinque minuti di Rodrygo e il sigillo nel supplementare di Benzema.
Stavolta al Bernabeu nel match di andata è finita in pareggio e il verdetto è rimandato a stasera, all’Etihad Stadium, dove recentemente non vince (quasi) più nessuno. Tra le mura amiche i padroni di casa sono imbattuti da 14 partite con 49 gol fatti e 7 subiti. Il Manchester vede il titolo più vicino dopo la rimonta sull’Arsenal e sogna la finale. La sfida è anche un passaggio ideale di consegne tra il bomber della scorsa generazione e quello del futuro. Karim Benzema contro Erling Haaland. L’attaccante norvegese al Bernabeu è stato contenuto da Rudiger e ora dovrà vedersela anche contro il rientrante Militao (squalificato nel primo match). Guardiola conferma Bernardo Silva e Grealish, favoriti su Mahrez e Foden. L’unico dubbio di Ancelotti è legato a Camavinga, non al meglio. Intoccabili Kroos, Modric, Valverde, Benzema e Vinicius, autore di 23 gol e 21 assist. Sul campo i palloni d’oro sono ‘solo’ due. La sensazione è che tra dieci anni, considerando gli stessi elementi di stasera, saranno molti di più.