Nervoso, sospettoso e furibondo. Si può descrivere così il Real Madrid nell’ultimo mese in una Liga sempre più vicina ad essere una polveriera. Dopo gli audio del Var filtrati clandestinamente e le polemiche del Siviglia sui toni assunti nella televisione ufficiale dei blancos, l’ultimo caso, ancor più clamoroso, ha visto l’arbitro Gil Manzano cancellare una rete al Real Madrid fischiando la fine al momento del colpo di testa vincente di Jude Bellingham sul 2-2 contro il Valencia. Tutto cancellato e oltre al danno, come spesso avviene, c’è la beffa, qui sotto forma di un cartellino rosso sventolato in faccia all’ex Dortmund. “È gol, cazzo! La palla è in aria!”, le grida che potrebbero costare caro al giocatore del Real Madrid. Oggi il giudice sportivo spagnolo renderà nota la squalifica da infliggere al tuttocampista, che rischia almeno due giornate, ma non si esclude che la stangata ammonti a tre turni di stop. Tradotto: il match contro il Lipsia di stasera, valido per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League (si riparte dall’1-0 per i blancos), rischia di essere un arrivederci a dopo la sosta per il fenomeno del Real.
La nota positiva è che Bellingham è guarito dal problema alla caviglia e a Valencia, nei 99′ giocati, lo ha dimostrato. Ecco perché contro il Lipsia ci sarà un Jude al 100%, pronto a dare tutto in quella che potrebbe essere la sua ultima partita prima della pausa nazionali. Alla vigilia del match, il tecnico avversario Marco Rose – che lo ha allenato nel 21-22 a Dortmund – non ha risparmiato complimenti: “È un fenomeno, un guerriero, un vincente. È speciale. È già un leader, ha intensità ed è imprevedibile con la palla. Sky is the limit”. Fino al 31 dicembre Bellingham ha segnato 17 gol e fornito cinque assist. Dal 1° gennaio invece ha gonfiato la rete tre volte e ha servito tre passaggi vincenti. Un piccolo calo, normale anche per un calciatore del genere. Ora Ancelotti vuole tornare a goderselo a pieno per guadagnarsi un quarto di finale che a Bellingham manca dal 2021. Oltre non è mai andato. Una motivazione in più, se mai ce ne fosse bisogno, per regalare al Bernabeu una serata sotto le note di ‘Hey Jude’.