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Dov’è finito il Liverpool di Klopp, quello spumeggiante e aggressivo col suo pressing a tutto campo e l’intuito letale della transizione positiva? E d0v’è finito quel gruppo che fino a poco tempo fa sembrava blocco granitico e un tutt’uno coi tifosi? Perfino le dichiarazioni post partita stonano tra loro nel Liverpool di oggi, reduce da tre sconfitte di fila. Se Klopp si dice realista sulle scarse chance di competere per il titolo, Salah carica l’ambiente e non mette la parola fine: “È stato un periodo difficile per molti motivi. Siamo i campioni in carica e lotteremo come campioni, fino alla fine”. E ancora: “Non permetteremo che questa stagione sia definita dai risultati recenti che abbiamo avuto. Questa è la mia promessa a tutti voi”. L’occasione per mantenere la promessa la offre la Champions League. Alle 21:00 di martedì 16 febbraio i reds faranno visita al Lipsia che in Bundesliga è l’unica a restare nella scia del Bayern Monaco, a quattro punti di distanza dalla capolista. Ma a differenza della squadra di Klopp, il Lipsia non ha proprio idea di cosa siano i problemi difensivi. Diciotto gol subiti in ventuno presenze e miglior difesa del campionato a fronte di 37 gol fatti.
E poi c’è il Liverpool che al contrario ha la peggior difesa (32) delle prime dieci classificate di Premier League. Le ultime tre apparizioni hanno messo in luce il momento peggiore della carriera di Alisson, disastroso contro il Manchester City e ancora peggio contro il Leicester. Non c’è la via di mezzo rispetto alla scorsa stagione e a questa. Esaltante e dominante quella scorsa, fin troppo deludente quella attuale. Sono addirittura trenta i punti di differenza tra un Liverpool capace di collezionare 70 punti in 24 presenze e la versione opaca in campo nelle ultime tre sfide. Contro Manchestr City, Brighton e Leicester, sono otto i gol subiti. E l’ingresso di Kabak per rimediare all’emergenza difensiva non sembra aver risolto problemi legati all’assenza di van Dijk. Di questo passo 70 è la quota a cui si può ambire a fine stagione. E con un Chelsea che sembra aver ripreso vigore, potrebbe proprio non bastare.
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