Il sorteggio degli ottavi di Champions League 2017-18 ha emesso i suoi verdetti, ma solo il campo ci dirà se gli incroci che l’urna di Nyon ha riservato a Juventus e Roma potranno essere considerati benevoli o meno: di certo, Tottenham e Shakhtar nascondono delle insidie. Tirando le somme, a una prima analisi, poteva andare meglio, è vero, ma poteva andare anche molto peggio per le due italiane nelle migliori sedici d’Europa.
PER LA JUVE UNA PRIMA VOLTA – I bianconeri di Max Allegri sono riusciti a evitare squadre del calibro del Paris Saint Germain (costretta all’ennesimo ottavo di ferro contro il Real Madrid), del Manchester City e del Manchester United , ma il sorteggio perfetto sarebbe stato quello contro il Besiktas (e magari il tecnico livornese avrebbe potuto affinare la pronuncia del nome dei sorprendenti turchi). Sarà dunque il Tottenham l’avversario dei torinesi, un’inglese, e bisognava anche aspettarselo, visto che c’era il 66% di probabilità di pescare una delle quattro squadre della Premier League che hanno vinto il rispettivo girone. Gli Spurs sono stati la prima squadra inglese a vincere un torneo europeo (Coppa delle Coppe nel 1963) e negli ultimi anni hanno fatto molto bene in patria e nelle coppe.
L’ossatura della squadra guidata da Mauricio Pochettino è la stessa della scorsa stagione con alcuni innesti mirati, i pericoli più grossi portano il nome di Harry Kane, Dele Alli e Christian Eriksen, qualche pecca nella fase difensiva. Primo incrocio in Champions League tra queste due squadre, ma Allegri deve prendersi la sua rivincita personale, visto che ai tempi del Milan fu eliminato proprio dal Tottenham. Si gioca nella magica atmosfera di Wembley, la casa Hotspur di questa stagione in attesa del nuovo stadio. Andata il 13 febbraio, ritorno il 7 marzo 2018.
VIAGGIO IN UCRAINA PER LA ROMA – La vittoria del girone, insperata (così come la qualificazione in generale) viste le avversarie, ha aiutato la Roma di Eusebio Di Francesco a schivare alcune super potenze. A evitare ai giallorossi una tra Bayern Monaco e Real Madrid, invece, ci ha pensato la mano amica di Xabi Alonso. E’ quindi lo Shakthar Donetsk l’ostacolo che divide la Roma e i quarti di finale, che mancano ormai da diversi anni. Gli ucraini sono tali solo sulla carta, visto che da tempo si tratta di una vera e propria colonia brasiliana, soprattutto a centrocampo e in attacco. Poca fisicità, dunque, tanta fantasia nei tre trequartisti del classico modulo dei Minatori, il 4-2-3-1.
Nel 2011 la Roma ha già affrontato i nero-arancio negli ottavi di Champions uscendo sconfitta, chissà se questo precedente sfavorevole possa essere un’arma in più per il doppio confronto a sette anni di distanza. Non si gioca a Donetsk, a causa della guerra civile nel Donbass, non dovrebbe essere della partita lo storico capitano Srna, squalificato per doping. I giallorossi non dovranno commettere gli errori del Napoli (eliminato dagli ucraini ai gironi) e impostare diversamente la partita, specie l’esordio in trasferta, per evitare un nuovo fioretto dell’allenatore Fonseca. Andata il 21 febbraio, ritorno il 13 marzo 2018.