Champions League

Nuova Champions League, Marchetti spiega il format: “Mai pensato di introdurre squadre arabe”

Giorgio Marchetti
Giorgio Marchetti - Foto Gerald Matzka/DPA

“I cambiamenti ai nostri format non avvengono per caso e dall’oggi al domani, è un processo che coordiniamo con i club, non decidiamo se non sono d’accordo i club e gli altri stakeholders”. Lo ha detto Giorgio Marchetti, vicesegretario generale dell’Uefa, al Festival della Lega Serie A di Parma: “Nel sistema attuale alcuni scontri tra determinate squadre top erano impossibili, abbiamo voluto superare questo per avere una maggiore varietà. La possibilità di giocare di più in Europa è una richiesta da parte dei club, volevamo vedere se con un nuovo formato si poteva venire incontro alle richieste. Dopo 25 anni dell’attuale formato, dove nulla non funzionava, ma viviamo in un periodo in cui vanno offerti nuovi spunti ai nuovi tifosi. L’inno non cambierà, ma c’è qualche piccolo aggiustamento sull’arrangiamento. C’è una partita in più garantita in casa e sono incassi per lo stadio”.

Sul nuovo formato: “108 squadre e 105 si qualificano dal loro campionato nazionale, questo è un modello piramidale. Le quattro squadre aggiunte così: una alla quinta federazione, che prima ne aveva due in meno rispetto alle prime quattro, una è stata aggiunta con i playoff, poi le due squadre aggiuntive per i paesi con il miglior ranking, e tra questi l’Italia in questa stagione. Non abbiamo mai pensato di introdurre squadre arabe nelle coppe europee”.

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