[the_ad id=”445341″]
“In campionato le cose non vanno benissimo, ma ricordiamoci che rispetto a un anno fa abbiamo superato il turno e siamo agli ottavi”. Parole di Pioli e Maldini nelle ultime settimane difficilissime, quelle in cui il Milan sembrava aver deragliato all’improvviso. La vittoria col Torino non è certo prova che tutto sia tornato ai tempi idilliaci, al contempo un mese di grandi difficoltà non cancella due anni di continua crescita. Parola che per i rossoneri non coincide solo con lo scudetto, ma anche con la grande conquista di novembre, il ritorno negli ottavi di Champions dopo di fatto un decennio dall’ultima volta.
Gli ottavi sono arrivati, nel giorno degli innamorati, e in effetti il Diavolo è legato quasi sentimentalmente a questa coppa. Le ultime tre finali, di cui due vinte, sono arrivate in annate in cui la squadra è stata ben lontana dal vincere lo scudetto, che quest’anno è sempre più in mano al Napoli. Una storia d’amore negli ultimi anni molto complicata e piena di ostacoli e delusioni, ma si può ricucire il rapporto. C’è il Tottenham, che per la verità non se la sta passando così bene in campionato, ma che resta una squadra di assoluto livello. Non insormontabile, non una delle tante big assolute che avrebbe potuto pescare il Milan a Nyon, ma una squadra da rispettare, con Son e Kane fenomeni lì davanti e il solito rognoso 3-5-2 di Conte. Pioli è pronto anche lui a giocare ancora a tre dietro: Thiaw scalda i motori, Calabria rischia ancora la panchina per Saelemaekers. Davanti, Leao con Giroud, mentre Brahim Diaz pare indiziato per dare vivacità all’attacco. Nella testa, il fatto che sono novanta minuti e che ce ne saranno altrettanti 22 giorni dopo, nel cuore la voglia di dare un grosso segnale davanti al pubblico che non fa mancare l’affetto. Nella sostanza, una serata da brividi come ne mancavano da tempo, e una partita spartiacque per la stagione.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]