Gli ottavi diretti non sono un miraggio per Juventus e Milan, anzi sembrano diventati un’occasione più che ghiotta. Ma nel caso dei bianconeri la vittoria odierna sul Manchester City di Pep Guardiola può rappresentare la spinta per pensare più in grande anche in campionato. Il 2-0 inflitto ai Citizens ha tanto l’aspetto della svolta della stagione, un po’ per la solidità mostrata contro Haaland e compagni, un po’ perché all’Allianz Stadium il grande protagonista è Dusan Vlahovic, autore di una rete che permette al serbo di sbloccarsi e di scacciare i malumori dell’ultimo periodo. Se la Juventus sale a 11 punti, il Milan ne ha uno in più grazie al successo sulla Stella Rossa. E i rossoneri con sei punti nelle ultime due gare saranno sicuri di essere tra i primi 8 della classifica. Non è un’impresa impossibile: nei prossimi due turni i ragazzi di Fonseca sfideranno Girona e Dinamo Zagabria, mentre i bianconeri se la vedranno con Club Brugge e Benfica.
Le statistiche di fine primo tempo all’Allianz Stadium premiano un City capace di far registrare il 66% del possesso palla con una precisione di passaggi pari al 95% contro l’89% bianconero. Trecentoventotto invece i passaggi completati dagli ospiti, praticamente il doppio di quelli della Juve. Insomma, sul piano del controllo del gioco è ancora il vecchio City, ma la crisi dell’ultimo periodo riguarda tutto il resto. Il conto dei tiri è di tre a testa e soprattutto il risultato al 45′ è di 0-0. La prima chance dei padroni di casa si verifica al 20′, quando Yildiz lascia partire un destro secco che non va lontano dal palo alla sinistra di Ederson. L’occasione più nitida del primo tempo però è costruita sull’asse De Bruyne-Haaland. Il fantasista belga inventa un filtrante per il norvegese, che tenta senza successo un tocco sotto su Di Gregorio, bravo a rimanere in piedi fino all’ultimo. Altra storia nella ripresa. Al 53′ Yildiz crossa al centro e pesca Vlahovic che stravince il duello con Gvardiol all’altezza del secondo palo e con un colpo di testa spinge la palla oltre la linea di porta, rendendo vano l’intervento di Ederson. La reazione del City è affidata alle conclusioni di De Bruyne e Bernardo Silva, ma non è serata per gli uomini di Guardiola. E al 75′ la Juve raddoppia con un contropiede che coinvolge i due statunitensi: Weah crossa al centro e trova McKennie che in sforbiciata non lascia scampo ad Ederson. “La vittoria dell’anima”, la definisce Locatelli, un altro che stasera ha fatto un figurone contro i fenomeni di Guardiola, che sembrano sempre più in crisi.
Tre punti anche per il Milan che batte 2-1 la Stella Rossa. Contava solo vincere, e poco importava come. Le note stonate sono rappresentate dagli infortuni: al 28′ Fonseca è costretto a inserire Chukwueze per Loftus-Cheek, vittima di un problema muscolare. Un minuto dopo, è Morata a uscire dal campo. Al suo posto entra Abraham. Il primo tempo sembra scivolare verso lo 0-0, ma al 42′ è Rafa Leao a sbloccare il match. Fofana pesca il portoghese con un gran lancio dalle retrovie, il numero 10 controlla la palla e batte Gutesa in uscita con un bel sinistro sotto la traversa. Dopo nove minuti dalla ripresa è Abraham a divorarsi il possibile 2-0 con una conclusione a botta sicura da pochi passi che colpisce un difensore precedentemente scivolato. Il Milan spreca e al 67′ viene punito. Musah perde una palla ingenua in una zona pericolosa e Radonjic, ex Torino, lascia partire un sinistro che non lascia scampo a Maignan. Una punizione severa per i rossoneri che all’87’ trovano il gol con i sostituti di Morata: Camarda di testa in avvitamento costringe Gutesa a fare un passo indietro e a deviare sulla traversa, ma sulla respinta è Abraham a depositare in rete.
Pareggio esterno senza reti per il Bologna che contro il Benfica rimedia 1 punto ed è ad un passo dall’eliminazione. La squadra di Vincenzo Italiano al massimo può arrivare a 8 punti in classifica, che difficilmente basteranno per un posto tra i primi 24. Allo stesso tempo però aver saputo soffrire ed essere riusciti ad uscire indenni dal ‘Da Luz’ è una tappa importante nel percorso di crescita dei rossoblù. Nemmeno due minuti e il Benfica troverebbe il vantaggio, sull’assist di Di Maria per il tocco sotto vincente di Pavlidis, ma il tutto in posizione di offside segnalata poi dal Var. Gara abbastanza equilibrata, con il Benfica che vive di fiammate e il Bologna che cerca di far male in ripartenza. C’è da soffrire e Skorupski si fa spesso trovare pronto, mentre Dallinga in attacco non sfrutta quei palloni giocabili e pericolosi in area. Un punto, il secondo della stagione europea. Ora serve un miracolo.