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Cala il silenzio a San Siro nel giorno del ritorno casalingo del Milan in Champions League e per la prima volta la società rossonera non vince alcuna delle prime due partite della fase a gironi. L’ultima squadra affrontata a San Siro è anche la prima che si riaffaccia dalle parti dell’impianto storico, l’Atletico Madrid. Ma per Stefano Pioli la serata storica assume presto i tratti di una beffa da ricordare negli anni. Arriva una sconfitta per 2-1, la seconda consecutiva, lo zero in classifica nel girone persiste e con lui anche i rimpianti per una partita dominata almeno fino alla svolta. Apre le marcature Rafael Leao, che firma il gol e colpisce una traversa in una partita che sembrava essere indirizzata sui binari giusti. Solo una sensazione. Al 30′ Kessie, già ammonito, entra in modo scomposto su Llorente e riceve il secondo giallo. Un intervento ingenuo, da calciatore con la testa altrove, che rilancia sotto un’altra lettura il discorso del rinnovo e di un ingaggio altissimo chiesto alla dirigenza. Dalla sua espulsione cambia tutto: Simeone schiera tutto l’arsenale offensivo, il Milan si difende, prova ad aggiungere fisicità con Giroud ma non basta. Griezmann, alla prima chance da gol, non perdona dopo due interventi in ritardo di Romagnoli e Florenzi. E nel finale c’è il giallo Kalulu: tocca col braccio in area, Lemar sembra farlo prima di lui ma Cakir è nuovamente severo. Rigore, Suarez torna al gol in Champions League e l’Atletico espugna San Siro tra i rimpianti.Â
Non bastano un monumentale Bennacer, migliore in campo, e un Leao che sembra essere ormai deciso a compiere quel passo per il salto di qualità e che oltre al gol si è regalato una traversa su rovesciata da far tremare lo stadio. E’ mancato Franck Kessie, che dovrebbe essere l’uomo in più e forse il più rappresentativo senza Ibrahimovic. Ma il rosso di oggi è un tradimento a pochi mesi dalla scadenza del contratto, che farà discutere i tifosi. Il Milan resta a zero punti, all’ultimo posto con il sogno degli ottavi di finale che si fa più lontano. Mancano quattro partite e ora servono punti, in particolar modo contro il Porto per provare a conquistare quantomeno il terzo posto del girone. Ma il Milan della prima mezz’ora può dire la sua contro tutte. “Deve darci convinzione delle nostre qualità . Ci siamo, ma ci manca un tassello per la differenza“, dice Pioli. L’allenatore non usa mai la parola esperienza, ma aleggia nell’aria durante l’intervista dell’allenatore con la squadra più giovane della Serie A. Ma se il 21enne Kalulu può essere perdonato, Kessie deve forse rimettersi in discussione.
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