Sono qui con il foglio davanti da tutta la mattinata, inizio a scrivere, cancello, lavoro, faccio altro, call, riscrivo, ricancello. In loop.
La mia mente scappa via e vola al 22 maggio dell’anno scorso, al Mapei stadium. Ero sul prato a raccontare la partita per Milan Tv, ricordo le emozioni, le sensazioni e quella partita punto di arrivo di un percorso incredibile. Forse una delle esperienze lavorative e di vita più belle mai vissute, raccontare e vivere lo scudetto della tua squadra del cuore dal terreno di gioco. Ricordo gli occhi dei tifosi, la festa infinita, la gioia.
Poi scatta il risveglio, il ritorno al presente, ed è incredibile come quasi esattamente un anno dopo, gli stessi tifosi si stiano leccando le ferite da eliminazione nell’Euroderby, dimostrazione di come il calcio possa essere paradiso e inferno. Oggi tocca fare i complimenti all’avversario, perchè è giusto così e anche perchè è giusto ricordare che chi ha vinto tanto nel calcio sa anche perdere e come comportarsi..
Eppure il rischio più grande oggi è quello di valutare un percorso vedendo solamente o bianco o nero, quando per la maggior parte delle volte grigio e le sue sfumature fan da padrone. Non può essere sempre una questione di rivalità di argomento, di “pensiero 1” vs “pensiero 2”.
Il mio stato d’animo da tifoso è ovviamente di delusione, a tratti di rabbia, ma il mio lato da “addetto ai lavori” mi impone riflessioni, di non permettere alla pancia di vincere sulla mente, alle emozioni di battere la razionalità. Non è tutto brutto, o meglio “non è tutto così brutto”. Credo che di questa stagione si debba far tesoro, da esperienze come ieri sera, dagli sbagli commessi, dal percorso in generale, bisogna trarne insegnamenti per andare a migliorarsi.
Mi affido spesso alla frase “a volte si vince, a volte si impara” perchè la ritengo funzionale e costruttiva, mi auguro realmente che si impari da sconfitte che fanno male e lasciano il segno come quelle di ieri. L’augurio e la speranza è che venga fatta un’analisi accurata di questa stagione, di cosa ha funzionato e cosa no e si lavori per trovare i correttivi sulle problematiche riscontrate, che siano l’allenatore, i giocatori, la tenuta mentale, l’idea di gioco, il singolo e via dicendo.
In questo momento invidio le certezze di molti, io non ne ho. Invidio una giovane collega che ha già tutte le risposte necessarie e punta il dito sul sicuro colpevole sbraitando come al bar, forse più per accattivarsi il pubblico che per reale pensiero, vorrei avere anche io questa sicurezza. Non ho certezza sia solo colpa di Pioli, della rosa, non ho certezza sia solo colpa della dirigenza o di chi altro, probabilmente un concorso di colpe. Provo quindi ad astrarmi dalla situazione e realizzo che il Milan dopo anni è tornato a giocare una semifinale di Champions League, nonostante in molti parlino di casualità, che oggi ha una buona ossatura e base di squadra e ha blindato i giocatori più importanti con rinnovi a lunga durata.“Eh bravo Pietro, evviva! Esultiamo! Quindi va tutto bene eh? nessuna critica!?”
Ovvio che non vada tutto bene, anzi. Come dicevo in principio ci sono stati tantissimi problemi, che vanno risolti e sui quali bisogna lavorare, partendo dall’alto a cascata fino al basso.
C’è una rosa inconsistente, c’è stata una gestione degli uomini rivedibile, un’involuzione nell’idea di gioco proposta, alcuni giocatori sia nuovi che vecchi che non hanno reso per ciò che ci si aspettava e via dicendo. Li vedo, non faccio finta di niente. Le critiche sono sacrosante da parte dei tifosi e da argomentare da parte degli addetti ai lavori, ma provo ad avere una visione globale dell’attuale situazione. Esercizio che è fondamentale venga fatto da chi programma e programmerà le seguenti stagioni, per lavorare al meglio e tornare a rendere il trend positivo e ad alzare l’asticella, non abbassarla.
Il percorso intrapreso, anche a livello di proposta calcistica era stuzzicante, è arrivato uno scudetto e poi?
Siamo passati da essere un’orchestra con Pioli come maestro e la capacità di cambiare strumentista suonando sempre e comunque una melodia di qualità, ad essere una boyband con un paio di frontman dalla cui performance dipende il risultato di tutta la band.
Perchè? Come si rimedia?
Le risposte non possono e non devono arrivare da me ovviamente, farà parte di quel processo di analisi della stagione che sono sicuro verrà fatto e si andrà a lavorare per tornare nella strada maestra.
Siamo stati abituati bene da un Milan top mondo, purtroppo ora non è così e si è scelto (o si è stati obbligati a scegliere) una strada difficilissima e probabilmente lunga, ma ad onor del vero, se ci voltiamo indietro qualche abbondante km è stato già percorso. Ed è da qui che si deve ripartire.
“Nella mia vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”
Michael Jordan