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E’ un Milan semplicemente esaltante, in una serata di gala, di quelle del Dna rossonero, in cui i rossoneri sul campo si riconciliano con quelli sugli spalti. Una vittoria eclatante con il Psg, che riapre in modo chiaro e nitido il discorso Champions, e che riconsegna nelle proprie mani il destino alla squadra di Pioli, anche lui rinsaldato dopo le tante e inaspettate difficoltà dell’ultimo mese abbondante. Il suo Milan, però, è anche questo: San Siro passa dai fischi a spellarsi le mani per Leao, Giroud, gli autori dei gol della vittoria in rimonta, ma in generale di tutta la squadra, che sfodera la miglior prestazione possibile per dare una svolta enorme a questa stagione che aveva preso una piega tremenda. Invece, ecco il miglior Milan del 2023, e per 2023 si intende l’anno solare, al pari dello 0-4 col Napoli in una partita però decisamente meno importante. E da qui, si riparte.
Quanto cuore nel primo tempo. E dire che era stato un altro Milan, l’ex Inter Skriniar, a far male, doppiamente male al Milan, a freddo e su corner, non di certo una delle armi predilette da Luis Enrique e dai parigini. Loftus-Cheek, che pure gioca una partita fantastica, sbaglia in marcatura, e la partita poteva mettersi malissimo, almeno se questo fosse il Diavolo visto con l’Udinese, nel secondo tempo del Maradona, in tutti i derby della stagione, prostrato all’avversario, timido e senza personalità . Invece è la versione migliore della squadra di Pioli, quella che pressa, si esalta, non ha paura di attaccare, è in una sorta di estasi. E infatti, passano tre minuti e c’è il pareggio immediato, firmato dall’uomo più discusso del momento, quel Rafa Leao che si inventa una rovesciata con cui punisce Donnarumma, già ampiamente bersagliato dal Meazza. I dollari finti con su scritto mercenario, i fischi copiosi per il “traditore”, il Meazza è compatto contro l’ex portiere rossonero e questo contribuisce alla prestazione offensiva della squadra. Sull’1-1 ci sono chance di qua e di là , c’è la traversa di Mbappé che non si può non mettere nel carniere, è vero, ma ci sono anche dei buoni contropiedi dei rossoneri. E nel secondo tempo, la svolta: Leao finisce giù, Hakimi pensa sia tutto finito, invece la palla torna in area e ci pensa Olivier Giroud, uno che la Champions l’ha vinta, a battere ancora Gigio. E’ 2-1, è esaltazione pura a San Siro: adesso tutto il popolo milanista ci crede davvero. Anche perché l’atteggiamento nei minuti successivi è quello giusto: i ritmi si abbassano, i parigini trovano poche geometrie e Mbappé è ben contenuto. A un quarto d’ora dalla fine sembra davvero gestione ordinaria contro un avversario sulla carta stellare per una squadra che, sempre sulla carta, era data in crisi. E invece, fino ai sette minuti di recupero è cavalcata trionfale verso il triplice fischio che fa liberare gioia e adrenalina pura.
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