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Troppo poco. Poco determinati, poco lucidi, poco creativi, poco tutto. L’Inter saluta la Champions League e persino l’Europa League, per Antonio Conte continua il mal d’Europa e c’è il quarto posto in un girone abbordabile. Troppo poco, appunto. A Madrid non c’è stato nessun biscotto, a Milano il disastro. A San Siro Lukaku e compagni non vanno oltre lo 0-0 contro lo Shakhtar Donetsk (quattro vittorie nelle ultime diciotto partite di Champions League) in una serata che ha visto il Real Madrid fare il Real Madrid contro il Borussia Moenchengladbach. Altro che biscotto. Un 2-0 firmato Benzema che regala il primato ai blancos e i rimpianti ai nerazzurri. E pensare che per l’Inter la gara di questa sera rappresentava un perfetto deja vu di quel che accadde nel 2005-06. Anche all’epoca di fronte c’era lo Shakhtar Donetsk in un San Siro a porte chiuse in occasione del terzo turno preliminare e un 3-1 complessivo targato Recoba bastò ai nerazzurri per accedere alla fase a gironi. Altri tempi ma non altri uomini. Perché l’Inter scesa in campo stasera, con tutti i problemi (Vidal infortunato) e l’orgoglio (Barella in campo per 90′ senza essere al meglio), doveva fare meglio per la qualità d’organico. E invece c’è una delle pagine più nere di tutti i tempi. E per Conte c’è forse la peggior esperienza europea dall’inizio della sua carriera con la Juventus. L’Inter è stata tradita dai suoi uomini più importanti: Lautaro Martinez, che nel giorno della sua centesima partita in nerazzurro veste l’abito della comparsa. Brozovic, sotto le aspettative. Non Eriksen perché dieci minuti non possono bastare per incidere . Sicuramente non Romelu Lukaku, sotto tono ma già trascinatore contro il Moenchengladbach e sfortunato in occasione del ‘salvataggio’ involontario nel finale sul colpo di testa di Sanchez. La strada da seguire l’ha tracciata Handanovic: “Potevamo fare meglio, ma non c’è tempo di piangere. Il campo non mente mai, bisogna accettare il verdetto. Ci rimane il campionato e la Coppa Italia”. Con quelle servirà un’altra Inter. O un altro atteggiamento.
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