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E’ Lukaku l’eroe dell’Inter, come due anni fa. Tutto sembra tornato per una notte all’annata dello scudetto, col belga decisivo e San Siro a esplodere di gioia. Siamo invece reduci da un momento complicatissimo per quello che doveva essere il colpo dell’estate nerazzurra e che diventa quello dell’inverno. Un’Inter di cuore, nella versione migliore da Champions, ma anche un po’ troppo fragile dietro e più volte a rischio di passare sotto, la spunta nel finale per 1-0 al Meazza in una sfida intensa, una vera e propria battaglia, contro una squadra con giovani ma in fin dei conti molto smaliziata, allenata dallo stesso tecnico ormai da tempo, e si vede. Porto ostico, Inter che con saggezza evita di scoprirsi troppo e non subisce un gol (e una sconfitta) che altrimenti sarebbe stata pesantissima nell’ambito del doppio confronto, quindi rimane in undici contro dieci, ci crede e la vince con Lukaku. Palo, perché la sfortuna è ancora lì e il bomber deve farci ancora i conti, tap-in vincente. Il tutto su assist di Barella, pace fatta anche sul campo.
Non vincerla avrebbe lasciato profondi rimpianti dopo una partita estremamente spigolosa per l’Inter. Che attacca, sfiora il gol con Barella, prima ancora con Bastoni su cui si supera Diogo, ma subisce anche, con Onana protagonista di parate in rapida successione, Acerbi che salva sulla linea, Galeno che sbaglia a porta vuota. Una gara dove la qualità emerge solo a tratti e soprattutto domina il nervosismo, lo testimonia l’episodio subito dopo il rigore chiesto da Darmian: una rimessa laterale sulla quale si fionda Galeno, facendo scatenare la caccia all’uomo. E nel finale, il rosso a Otavio che spinge l’Inter a provare a vincerla in tutti i modi. Del resto, il Porto stava dimostrando ampiamente di potersi far andar bene il pari, sapendo che a Oporto coi tifosi e con un clima infernale si può mettere sotto scacco l’Inter. Ma con il gol di Lukaku, i portoghesi al ritorno dovranno vincere con due gol di scarto contro una squadra che sembra aver ritrovato gran parte delle proprie certezze.
In tutto questo, c’è un nuovo litigio, quello tra Dzeko e Onana, che non vuol dire necessariamente che ci sia qualcosa che non va all’interno dello spogliatoio, ma che si vuol vincere a tutti i costi e per questo si fa notare l’errore al compagno, senza ipocrisie, ma forse in modo controproducente perché esposto al giudizio di 80.000 spettatori e di milioni di casa. Lo stesso bosniaco, poi, non gradisce il cambio, ma è il primo a esultare con il sostituto che l’aveva appena messa dentro. Inzaghi ha dimostrato di saper essere gestore, e dovrà gestire anche questo. Fra tre settimane, ci sono altri novanta minuti da giocare, un’altra battaglia pura in cui saranno decisivi i dettagli, anche quelli più minimi. Uno di questi, l’assenza di Otavio che può pesare in casa lusitana, un altro il fatto che si riparte da 1-0. E non è mica poco.
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