Esiste la partita perfetta? Stasera ce lo dimostra il Manchester City, che con novanta minuti di calcio stellare e totale spazza via il Real Madrid e raggiunge l’Inter in finale a Istanbul. I nerazzurri non sapevano chi sperare di ritrovarsi come rivale nell’atto conclusivo, e sarebbe forse meglio che Inzaghi e i suoi giocatori non abbiano visto la partita di stasera: ma la sfida agli alieni ammirati oggi è ancor più stimolante e l’impresa sempre più ardua ma al contempo epocale e storica.
Si tratta di una vendetta per i Cizitens e per Guardiola a un anno di distanza dalla clamorosa rimonta subita nel recupero da Benzema: una ferita che ha fatto malissimo e che ha portato il tecnico catalano a voler lavorare ancor più duramente per dimostrare di poter vincere la Champions anche lontano da Barcellona e di saper ricostruire una macchina perfetta, che non si inceppa sul più bello, anche in Europa. Il triplete è dietro l’angolo, possono negarglielo soltanto il Manchester United, unica a riuscirci in Inghilterra, e poi l’Inter, unica a scrivere la storia in Italia in quel magico 2010. Guardiola proverà a migliorare ulteriormente il suo insieme di ingranaggi divini, ammesso sia possibile: anche solo replicare quanto visto stasera sarebbe già un buon viatico per la finale, ma in primis bisognerà evitare di sottovalutare un’Inter in gran forma e capace di fronteggiare, con dinamismo e più umiltà, le trame e la costruzione dei Citizens.
Novanta minuti di dominio, novanta minuti frustranti per gli ospiti. Bernardo Silva che risponde alle critiche dell’andata e segna la doppietta che indirizza dopo un primo tempo con distanze abissali tra le due squadre, poi nella ripresa segnali timidi di reazione spazzati via da un Benzema in enorme difficoltà, da Modric e Kroos che faticano e che vengono sostituiti con fortissimo simbolismo della fine di un ciclo, infine da Militao che infila la propria porta prima del sigillo dell’ex (sì, fece un provino con le merengues) Alvarez. Da capire dove si fermino i meriti del City e dove possano iniziare anche i demeriti di un Real davvero in difficoltà e al capolinea di un ciclo: ora Ancelotti rischia di andar via, e a furor di popolo. In fin dei conti, la stagione è fallimentare sotto molteplici aspetti per gli standard chiesti da Perez, Copa del Rey a parte. Gardiola, invece, rischia di riscrivere ancora la sua personale storia e quella del calcio, e il destino si incrocerà però con un’Inter che vuole regalarsi un sogno: e allora, appuntamento al 10 giugno, per una notte da cuori forti.