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Stavolta gli errori individuali non ci sono stati. E neanche un gol in avvio che rovescia piani, strategie in una sfida delicata quanto l’ordine necessario contro giocatori di tale spessore. All’Allianz Arena il Bayern Monaco contro la Lazio gestisce senza problemi una qualificazione già indirizzata col 4-1 dell’andata e vince 2-1. Lo fa con la solita calma e classe che caratterizza il lento e ragionato possesso palla e costruzione dal basso di Boateng e compagni. La squadra di Flick supera un mese infernale tra infortuni e Covid e lo fa nel modo più brillante e meno dispendioso, al punto da permettere al tecnico di risparmiare Lewandowski nell’ultima mezz’ora di gioco. Dal canto suo, la Lazio si presenta con la spensieratezza di chi deve fare un’impresa non richiesta e con l’attenzione di chi la lezione dell’Olimpico sembra averla appresa. La sorpresa riguarda l’esclusione dall’undici titolare di Ciro Immobile, quasi un segnale di Simone Inzaghi ai suoi: ascoltiamo la musichetta stasera per sentirla anche il prossimo anno. La Scarpa d’oro 2019-20 a scapito di Lewandowski lascia la scena proprio al polacco che apre su rigore propiziato da un fallo ingenuo di un Muriqi ancora sotto le aspettative. Poi il bomber lascia il posto a Choupo-Moting che fa 2-0 prima della gioia finale di Marco Parolo, veterano biancoceleste e capace di togliersi la soddisfazione di segnare all’Allianz Arena. Le note positive riguardano proprio Parolo oltre a Correa e Marusic (sempre più leader nei tre di difesa).
La nota negativa riguarda invece l’addio all’ultima italiana in Champions League. Tanti rimpianti per Inter e Juventus, meno per Atalanta e Lazio, strasfavorite alla vigilia contro Real Madrid e Bayern Monaco. “Usciamo a testa alta“, dice Acerbi che confessa i limiti dell’andata: “Troppo contratti e nervosi“. Le italiane salutano la Champions League agli ottavi di finale come non accadeva dal 2016 quando Roma e Juventus furono eliminate da Real Madrid e proprio Bayern Monaco. Dopo cinque anni, a Nyon un nuovo sorteggio Champions triste per la Serie A. E’ il momento delle riflessioni.
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